Dice un vecchio adagio che le donne e le madri sono le prime vittime della guerra. In questo caso, non si intende in quel senso un po’ antico e un po’ maschilista, appartenente all’epoca in cui i conflitti erano solo una questione da uomini. La donna, e madre, in questione è Spider-Woman, la guerra è civile ed è la seconda della storia dell’Universo Marvel. Dennis Hopeless, ai microfoni di Comic Vine, parla di Jessica Drew e del suo ruolo in Civil War II.

 

Spider-Woman #9, copertina di Javier RodriguezL’istinto iniziale di Jess sarà di starsene fuori dai giochi. Capitan Marvel è la sua migliore amica ed è coinvolta in maniera prominente, il che rende le cose complicate, ma questa è proprio la situazione che Jess detesta di più. I conflitti interni sono la ragione per cui ha deciso di abbandonare i Vendicatori. Ecco perché tenterà di evitare di farsi trascinare.

Jess e Carol fanno affidamento l’una sull’altra, si confidano a vicenda e, di solito, prendono decisioni insieme. Ci sarà quindi una sottaciuta pressione affinché Jessica prenda le parti di Carol in questa storia. Non che la signorina Danvers si permetterebe mai di chiederlo esplicitamente, di mettere Spider-Woman in difficoltà, ma la loro lealtà reciproca è, in genere, scontata. Jess si farà un’idea nei suoi tempi e solo allora deciderà.

La maternità l’ha cambiata profondamente, come ovvio, quindi le cose sono più complesse per lei, ora. Vede il mondo con occhi diversi e tende a pensare più a lungo termine, preoccupata sempre che le cose vadano male e degli imprevisti, come ogni madre. Inoltre, ora si lascia molto meno coinvolgere nei progetti delle altre persone e dal loro ego. Le premesse di Civil War II la mettono di fronte a una situazione dove non c’è una chiara distinzione tra torto o ragione e questo la spaventa.

Assisteremo all’intero processo che la porterà a decidere sul da farsi. Spider-Woman #9 la vedrà cercare di starne fuori con tutte le sue forze. Poiché la vita è ingiusta e sono io a deciderne le sorti per quanto la riguarda, nel numero successivo, Jess sarà sempre più invischiata nel conflitto. Non sarà una classica storia da supereroe in azione, ma una fortemente concentrata sul personaggio, sui modi e i motivi che la porteranno a scegliere i suoi alleati.

Onestamente, non so nemmeno dire se io avrei fatto la scelta che fa lei. Ho grande simpatia per il suo desiderio di rimanere neutrale. Un po’ perché una guerra civile tra supereroi è un ottimo modo per farsi male sul serio, un po’ perché, da padre, comprendo al cento percento le sensazioni di Jess. Sul mio accordo con la scelta che inevitabilmente farà, non so esprimermi. Diciamo che sono un obiettore di coscienza consapevole.

 

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Fonte: Comic Vine