Fantastic Four #124, copertina di John Buscema

Questo è uno di quei pezzi che non si vorrebbe mai scrivere, perché significa che stai per parlare di una persona, di un autore, che se n’è andato, che non c’è più. Quando però quell’autore è uno dei più grandi cartoonist – è giusto dirla all’americana – di ogni tempo, ti arrendi, perché sai che glielo devi per tutto quello che ti ha dato, per come ti ha riempito la vita con le sue opere.

Di cosa e quanto sia stato capace di fare per i comics e per il Fumetto mondiale il “demiurgo” dell’Universo Marvel, ne ho parlato qualche anno fa, nella rubrica BadChronicles: in quelle righe ho provato a riassumere cosa Stanley Martin Lieber abbia rappresentato per la Nona Arte. Oggi, mi piacerebbe esprimere cosa Stan Lee abbia rappresentato per me, e credo per tutti noi lettori.

Aveva la stessa età della mia nonna materna, quella con cui sostanzialmente sono cresciuto e che maggiormente mi ha viziato da piccolo, a cominciare dai “giornalini”, come li chiamava le...