Decostruzione e ricostruzione: questa in sintesi la sfida che si trova davanti Natasha Romanoff, alias la Vedova Nera. Non che le sue ultime avventure fossero state particolarmente facili, dopo avere affrontato una sommaria esecuzione nell’America controllata dall’Hydra in Secret Empire ed essersi impegnata in una rinascita che si portava dietro numerosi problemi di identità e di memoria. Nel primo arco narrativo del rilancio di Black Widow curato da Kelly Thompson ed Elena Casagrande, Nat ripartiva ancora una volta da zero, muovendosi negli scenari di San Francisco – dove anni fa agiva in tandem con Daredevil – e passando per un vero e proprio tritacarne emotivo, acquisendo quella che sembrava per lei la famiglia perfetta per poi perderla di nuovo.

 

 

È da questa traumatica situazione che la sceneggiatrice parte per il suo secondo ciclo di storie, ponendo nuovi importanti mattoni per la costruzione della nuova Vedova Nera. Thompson rivela ciò che ha in serbo per il personaggio con queste parole:

 

Black Widow #6, copertina di Adam Hughes

Thompson – Vedere in che modo la Vedova Nera affronti temi come la perdita e i traumi era decisamente parte di quello che volevo fare. Ci tenevo a creare una storia che la cambiasse in modo permanente, anche dopo che fosse guarita e “avesse voltato pagina” a seguito delle ripercussioni immediate della storia. Volevo che certe conseguenze continuassero a esistere per lei come personaggio e all’interno della serie. Quindi questo sarà un aspetto costante della storia di Nat nel futuro immediato: affrontare quel trauma e accettare quanto tutto fosse complicato e continua a essere complicato per lei. Ma aspettatevi che questo accada in sottofondo mentre si lancia in una nuova missione.

Non penso che sia un segreto a questo punto che mi piaccia ambientare le mie storie fuori da New York quando posso. Trovo che il cambiamento di scenario e lasciare che esso stesso diventi un personaggio all’interno della storia può davvero infondere nuova vita alle cose. Non ho problemi con New York, che è fondamentalmente un’ambientazione perfetta per la maggior parte delle storie Marvel, ma un cambio di ritmo può essere divertente, e Nat è un personaggio che secondo me aveva bisogno di quel cambio sotto molti aspetti.

Black Widow #6, anteprima 01

San Francisco è sia una città nuova che vecchia per lei, mi sembrava appropriata. È un incredibile arazzo pieno di luoghi celebri e affascinanti, e ha un vantaggio su Los Angeles in quanto è un po’ più simile a New York nella densità e nella scala, cosa che ovviamente la rende particolarmente adatta alle storie di super eroi. Finora uno dei miei aspetti preferiti nella nostra realizzazione della città è stato l’uso dei colori di Jordie Bellaire. Il modo in cui riesce a definire splendidamente il carattere della città con i colori è una gioia per gli occhi.

Accanto a Nat ritroviamo Yelena. Lei e Nat insieme sono super divertenti. E a essere onesti, considerato lo stato in cui si trova Natasha in questo momento, c’è veramente bisogno di qualcuno che le stia vicino. Anche se Yelena ha deciso di fare coppia con Nat per le sue ragioni, il vero motivo per cui è rimasta è perché sapeva che Natasha avrebbe avuto bisogno di lei dopo tutto quello che ha passato. E questo mi piace di Yelena. È anche molto divertente lavorare sul suo sagace pragmatismo russo e metterla a confronto con Natasha, che ovviamente è russa, ma molto più americanizzata.

In Black Widow #6Black Widow #6, anteprima 02 introduciamo poi un nuovo personaggio, Lucy Nguyen, che genera alcune dinamiche interessanti sia per Natasha che per Yelena. E Anya Corazon, Arana, arriverà in Black Widow #7, mentre Natasha e Yelena indagano sul criminale Apogee e il suo misterioso piano che mette in pericolo San Francisco. Sfortunatamente, non c’è molto che posso rivelare, poiché una parte importante della nostra storia è composto dalla Vedova Nera e della Vedova bianca che indagano su di lui e cercano di scoprire chi sia e cosa possa fare. Come è riuscito a stringere la sua morsa su San Francisco così rapidamente?

A Elena Casagrande ovviamente va il merito per lo splendido design del personaggio. Le avevo dato alcuni appunti su quale sarebbe stata la nuova direzione di Natasha, ed Elena si è messa subito al lavoro. Mi ha inviato del materiale incredibile, abbiamo giocato un po’ su come e dove assegnare le varie idee e alla fine abbiamo consolidato il tutto su qualcosa che amavamo e che si adattava a dove Nat stesse andando. Ci saranno sicuramente più giocattoli, sia pratici che meno pratici.

Black Widow #6, variant cover di Rahzzah

In realtà non è affatto facile progettare un nuovo costume da Vedova Nera perché il suo look classico è praticamente perfetto. Ma è stato esaltante vedere le reazioni a questo nuovo aspetto, i lettori sembrano davvero entusiasti. Le poche lamentele che ho visto riguardano gli “orli rossi” e tutto quello che ho da dire è: se pensate che siano solo degli orli decorativi, allora non fate abbastanza attenzione al genere di storie che scrivo o al livello di dettaglio che Elena mette nei suoi disegni!

Cerchiamo infine di trattare certi aspetti della vita di Nat come la ricerca di fondi, il contrasto tra identità pubblica e segreta e così via nel modo più realistico possibile. È difficile rimettere la propria identità segreta nella bottiglia: Nat è una Avenger molto famosa per buona parte del mondo, quindi la cosa non è particolarmente pratica per lei. Allo stesso modo, è una spia esperta, quindi ha molti assi nella manica se vuole rimanere nascosta. Ha usato un rifugio segreto (un teatro destinato alla demolizione nel distretto di Tenderloin) per costruire un’incredibile nuova base operativa che lei e Yelena chiamano la Rete e i progetti di Elena per essa sono fantastici, non penso che Natasha abbia mai avuto una base come questa prima d’ora.

 

Black Widow #7, anteprima 01

 

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Fonte: CBR