Mentre i fratelli Pretzler, due goffi criminali, compiono rapine scalcagnate in giro per Anderville, un’agenzia di assicurazioni incarica Topolino di indagare su una palazzina andata a fuoco anni prima; il sospetto è che l’incendio sia stato appiccato dal proprietario dello stabile per riscuotere il premio assicurativo. Nel frattempo anche i vigili del fuoco sono vittima di attentati incendiari ad opera di Charles Benson, appena uscito di prigione; era infatti stato accusato di essere il responsabile dell’incendio al palazzo a causa di false prove prodotte dal corpo dei pompieri, quando in realtà la colpa era di uno degli inquilini.
Il confronto finale avviene in una fabbrica di fuochi d’artificio, dal quale Benson scappa; la sua fuga però è breve, visto che la sua automobile si scontra con quella dei fratelli Pretzel, già da tempo suoi bastoni tra le ruote a sua insaputa.

MMMM 11L’impressione che si ha leggendo Small World è di trovarsi davanti all’ultimo numero di un fumetto, inconsapevole di essere tale; la storia infatti si sviluppa e si conclude come nei precedenti albi della serie, senza alcuna avvisaglia dell’imminente chiusura. Una volta risolto il caso principale, il compito di chiudere la testata è lasciato alle ultime -poche- pagine, in cui Topolino riceve una lettera dalla quale apprende che può finalmente lasciare Anderville; rapidamente saluta Patty, Clayton e i suoi amici del Little Cesar, per tornare rapidamente a Topolinia.
Inutile negare che sia un epilogo affrettato, quasi sicuramente una postilla di poche pagine aggiunta in un secondo momento, con la notizia della conclusione di Mickey Mouse Mystery Magazine giunta quando la sceneggiatura di Small World era già conclusa, quindi non ci sentiamo di farne una colpa a Francesco Artibani. Anche i disegni di Silvio Camboni, con modelli dei personaggi spesso imprecisi e vignette a volte raffazzonate contribuiscono a rendere questa storia dimenticabile, un’uscita di scena che non rende giustizia alla testata

Purtroppo MMMM ha sofferto lo scarso successo di vendita e non possiamo nemmeno catalogarla come miniserie riuscita, visto che pur non raggiungendo la longevità di PK, avrebbe potuto essere molto più omogenea; invece, dopo una prima metà molto valida, è stata effettuata una brusca virata editoriale che ha puntato su storie autoconclusive, snaturando il progetto iniziale e l’universo narrativo, rendendo il fumetto meno interessante.