Di recente l’editor Chris Cooper ha partecipato allo spazio Marvel’s Voices raccontando la sua esperienza da lettore di fumetti e di come gli X-Men lo abbiano aiutato nella scoperta della sua identità queer.

Nel giro di pochi giorni torna sull’argomento parlando, sempre dalle pagine del sito ufficiale della Casa delle Idee, del suo ruolo in un momento storico, quello della rivelazione di Northstar come personaggio esplicitamente gay nel numero #106 di Alpha Flight, scritto da Scott Lobdell, disegnato da Mark Pacella e uscito nel 1983, che lo vedeva presente come assistente editor e che gli procurò l’occasione di proporre personalmente la svolta del personaggio:

 

Alpha Flight #106, copertina di Mark Pacella

Cooper – Per me tutto ebbe inizio con il mio amico Kelly Corvese, che odierò per tutta l’eternità perché mi precedette di qualche mese come primo editor dichiaratamente gay alla Marvel. Mi disse che stava per liberarsi un posto come assistente editor e sapeva del mio sogno di lavorare sui fumetti Marvel. Incontrai Bob Budiansky, responsabile del reparto vendite, che mi disse che ero troppo qualificato per quel lavoro, e risposi ridendo: “Non importa! Farò fotocopie fino a farmi sanguinare le dita. Voglio semplicemente lavorare qui!” Fu il periodo lavorativo più felice della mia vita.

Imparai a conoscere la Marvel tramite la televisione, attraverso i vecchi cartoni animati del 1966 che mi presentarono personaggi come Thor, Sub-Mariner, Hulk, Capitan America e Iron Man. Probabilmente sono ancora in grado di cantare tutte le sigle d’apertura. Furono loro a farmi scoprire i fumetti, ma scoprii la profondità del mio amore per la Marvel quando al liceo mi imbattei in un fumetto degli X-Men degli anni di Claremont-Byrne in un emporio. C’erano tutti questi nuovi personaggi in copertina, tra cui questa donna nera con la chioma bianca fluente. ricordo che mi dissi: “Un momento, questi non sono gli X-Men che conoscevo. Che succede?”. Penso che iniziai a leggere la serie quando esordì il Club Infernale, nel corso della saga di Fenice… mi presero subito all’amo.

Alpha Flight #106, anteprima 01

Essere un editor significava essere il custode di una particolare serie e dei suoi personaggi. Non ero mai stato un editor vero e proprio. Il massimo grado a cui sono arrivato è quello di editor associato, ma questo significava che avevo alcune serie a cui badare personalmente sotto la supervisione di un editor. Un editor è responsabile dei personaggi, deve proteggere la loro integrità e il loro valore, assicurarsi che le loro storie siano coerenti, oppure, se vanno in una nuova direzione, che sia una direzione migliore. Nel bene e nel male, sei tu ad avere il comando. Ma non eserciti quel potere direttamente sui contenuti delle serie. Si tratta più di decidere chi scegliere per scriverle e disegnarle.

Prendiamo l’esempio, il perfetto esempio, di Alpha Flight. In quella fase ero l’assistente editor di Bobbie Chase. Bobbie aveva il compito di guidare Alpha Flight e condurla in una direzione che fosse significativa e interessante, di preservare l’integrità di quei personaggi o di portarli in una nuova direzione. E il suo compito era anche quello di dire: “Sì, buona idea. No, cattiva idea. Sì, buona idea. Sì, questo però lo tagliamo”. E faceva tutto questo. Io, in quanto assistente editor, me ne stavo seduto ad ascoltare e a imparare, e quando pensai di avere qualcosa di valido con cui contribuire, mi feci avanti.

Alpha Flight #106, anteprima 02

Nel caso di Northstar e della sua evoluzione, il punto essenziale era il fatto che eravamo la Marvel. La Marvel era sinonimo di fumetti, o quanto meno di fumetti supereroistici. Ora, lasciamo perdere il fatto che la DC avesse creato dei personaggi dichiaratamente gay prima di noi. Lasciamo perdere che i fumetti indipendenti avessero dei personaggi dichiaratamente gay. Ora era la Marvel a farlo. E per qualche motivo, era qualcosa di epico. Fu un terremoto il fatto che la Marvel avesse un super eroe dichiaratamente gay.

Quello e i momenti simili che seguirono furono fantastici. Furono un parallelismo del mainstreaming della questione LGBTQ e degli individui LGBTQ nella società, quasi sempre nel bene, e sì, qualche volta anche nel male. Quindi era destino che accadesse. Chi scrive fumetti può essere gay come me, o avere delle persone gay nella sua vita. Alcune delle persone con cui lavoriamo fianco a fianco sono gay. Sono in giro, per strada. Sono la nostra famiglia. Come sarebbe possibile non includerle nei fumetti?

 

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Fonte: Marvel