Tecnicamente, l’Universo Marvel dovrebbe essere denominato Multiverso: dai viaggi nel tempo dei Fantastici Quattro ai futuri distopici degli X-Men, fino alle dimensioni alternative esplorate dagli Avengers, sappiamo che esiste un’infinità di mondi e universi alternativi nati quando un evento o una scelta particolare nella storia dei super eroi ha preso un verso rispetto a un altro.

I più ferrati nella storia del Multiverso sapranno anche il pianeta che funge da teatro delle vicende di tutti gli eroi canonici che amiamo da decenni è noto come Terra-616; una denominazione che sembrava essere stata consegnata alla storia in occasione del grande reset del Multiverso operato da Secret Wars qualche anno fa, ma che invece è tornato alla ribalta più inossidabile che mai, al punto di diventare perfino il titolo della nuova serie di documentari di Disney+, Marvel’s 616.

 

 

Ma quando e come è nata questa denominazione? Lo sceneggiatore inglese David Thorpe, che sulle pagine del sito ufficiale della Casa delle Idee ha raccontato la genesi di questo particolarissimo frammento di lore, il più delle volte erroneamente attribuito ad Alan Moore:

 

Daredevils #7, copertina

Thorpe – Dobbiamo tornare all’epoca in cui avevamo deciso di rilanciare Capitan Bretagna. Era rimasto fermo per un po’. Credo che la sua ultima apparizione risalisse alle storie di Steve Parkhouse, quando era molto diverso. Aveva molto più a che fare con Merlino, Re Artù e tutto il materiale arturiano. Noi volevamo fare qualcosa di totalmente diverso. Paul Neary, che a quel tempo era l’editor della serie, nonché caporedattore di Marvel UK, ebbe per primo l’idea

Dato che potevamo fare tutto ciò che volevamo, ci ponemmo l’obiettivo di far tornare Capitan Bretagna in questo universo alternativo, che non aveva nulla a che fare con quello che allora era l’Universo Marvel canonico, affinché tutto quello che volevamo fare non sconvolgesse la continuity principale. Quindi è alquanto ironico che questo universo sia poi diventato l’Universo Marvel vero e proprio, perché all’epoca era l’esatto opposto delle nostre intenzioni. Ma va bene così.

Avevo sviluppato un arco narrativo portante molto lungo che coinvolgeva questo personaggio chiamato Saturnyne, la quale era responsabile di tutti i gli universi e le Terre alternative. E il suo scopo era quello di garantire la transizione di tutti questi mondi al livello evolutivo successivo.

Daredevils #7, anteprima 01

Immagino che nel mio inconscio, tra la corsa verso il nuovo millennio e il concetto dell’era dell’Acquario, fossi convinto che l’età futura sarebbe stata in qualche modo migliore di quella in cui vivevamo allora.

E così questa Terra, la Terra-616, era quella che tratteneva tutto quanto, perché essenzialmente era la peggiore di tutte quante. Saturnyne era stata inviata a versare il fluido evolutivo nella rete idrica a cui tutti attingevamo. Quando Capitan Bretagna scoprì un ratto iper-evoluto nelle fogne, capì per la prima volta cosa stesse accadendo.

Erano storie molto divertenti, molto umoristiche, molto satiriche. Erano raccontate con poca serietà, perché ci sembrava l’unico modo possibile di lavorare su Capitan Bretagna. Atrimenti, un personaggio che salta da edifici altissimi avvolto in una Union Jack sarebbe potuto essere interpretato male.

per anni, ho ricevuto e-mail da fan che chiedevano: “Perché hai scelto il numero 616?”, e in tutta onestà ho raccontato a ciascuno di loro una storia diversa. Ma ovviamente, ha qualcosa a che fare con 666, il numero della bestia: 666 meno 50.

Daredevils #7, anteprima 02

Non immaginavamo quali conseguenze la cosa avrebbe avuto. Ovviamente non eravamo i primi a immaginare un multiverso, è uno stereotipo della fantascienza: universi alternativi, terre alternative, e così via. Ma l’idea di un universo fittizio che fosse a sua volta dotato di universi alternativi forse era una novità.

La cosa meravigliosa e fantastica dei fumetti Marvel è il fatto che, nel corso delle generazioni, tutto è essenzialmente come un grandissimo romanzo scritto da un sacco di persone diverse, probabilmente centinaia e centinaia di sceneggiatori diversi e moltissimi artisti. E devono tutti rispettare una coerenza interna. Quando questo non accade, puoi star certo che qualcuno ti scriverà e te lo farà notare.

Anzi, la cosa fu incoraggiata dallo stesso Stan Lee negli anni 60, perché nemmeno lui riusciva a tenere conto di tutto. Inventò questa cosa del No Prize da assegnare ai lettori che facevano notare le incoerenze che agli autori erano sfuggiti, sapete? Io ne ho vinti diversi!

 

Daredevils #7, anteprima 03

 

 

Fonte: Marvel