Erano i ruggenti anni ’90 ed erano i pionieristici tempi del 2099, il primo e più famoso degli universi futuribili della Marvel, portato avanti in maniera regolare. Per il lancio di un intero nuovo cosmo narrativo serviva qualcosa di grosso, e la bandiera della Casa delle Idee, con buona pace di Capitan America e Iron Man, è sempre stato Spider-Man. Fu così che il compito di aprire la porta su quel futuro distopico dai toni cyberpunk e disperatamente bisognoso di una nuova generazione di eroi toccò a Spider-Man 2099, una creazione di Peter David e Rick Leonardi.

 

 

Fu il suo alter ego Miguel O’Hara a guidarci alla scoperta di un mondo dominato dalle grandi corporazioni, come l’Alchemax, nonché a stabilire i temi narrativi principali del’Universo 2099, costantemente in bilico tra i richiami ai nomi e agli eventi del passato e alla rilettura in chiave alternativa ed estrema di quegli stessi nomi.

Oggi, a venticinque anni di distanza, Peter David ricorda la creazione, gli sviluppi e la conclusione di quell’avventura narrativa:

 

Spider-Man 2099

David – In pratica, avevo invertito lo Spider-Man dei giorni nostri in qualunque modo possibile. Lo Spidey del presente è un chiacchierone quando è in costume e timido quando è Peter Parker. Quindi Spider-Man 2099 era pressoché taciturno, e Miguel era quello con la lingua lunga. I lanciaragnatele di Peter erano meccanici, quelli di Miguel erano biologici. Le capacità di Peter come Arrampicamuri non erano mai state spiegate; aderiva ai muri e basta. Miguel aveva gli artigli. Il “senso di ragno” di Peter era quasi una capacità di natura mistica. Miguel aveva una vista accelerata che gli permetteva di vedere le cose da grande distanza e in pratica a 360° attorno a lui. A ben pensarci, Spider-Man 2099 è più o meno esattamente quello che hanno fatto nel film di Spider-Man di Sam Raimi, anche se Miguel scivolava sulle ragnatele a dorso anziché penzolare da una fune.

Ho cercato inoltre di creare una struttura familiare differente da quella di Peter Parker. La donna più presente nella sua vita era sua madre, non sua zia, ed era suonata. Gli avevo dato una fidanzata e un fratello. In breve, mi ero sforzato per non farne un solitario.

Spider-Man 2099 meets Spider-Man, copertina di Rick Leonardi

Da un certo punto di vista, Miguel O’Hara era più realistico, nel senso che Peter Parker fa quello che fa spinto dal senso di colpa. Un fortissimo senso di colpa. Molti di noi ormai lo avrebbero superato, ma non Peter. Da un certo punto di vista, il “viaggio dell’eroe” di Peter si è concluso in Amazing Fantasy #15. Tutto quello che è venuto dopo è una conseguenza della lezione che aveva già imparato. Miguel, d’altro canto, non ha un singolo momento cruciale che lo spinge a dire: “Sì, devo farlo”. La sua è una presa di coscienza molto più dettagliata del tipo di mondo in cui vive e di ciò che potrebbe fare per migliorarlo. Nella vita reale, le epifanie e i cambiamenti epocali in un colpo solo sono molto rari. Il cambiamento è un processo molto più graduale e basandomi su questo, il viaggio di Miguel mi è sembrato più radicato nella realtà.

Spider-Man 2099 #1 è il singolo fumetto più venduto in assoluto tra tutti quelli che abbia scritto. Nel complesso, ho fatto quello che volevo. Mi sarebbe piaciuto avere maggiori opportunità di esplorare gli altri aspetti del mondo del 2099, ma per la maggior parte del tempo, sono rimasto soddisfatto della serie.

Spider-Man 2099 #15, copertina di Rick Leonardi

All’epoca del crossover con lo Spider-Man odierno, ci fu detto che potevamo far incontrare Miguel con Peter Parker o Ben Reilly. Ci avevano caldamente consigliato di usare Ben perché ci assicuravano che il nuovo e futuro Spider-Man sarebbe stato lui. Io mi rifiutai di crederlo. Ero dell’opinione che non sarebbe durato, mai e poi mai. E se avessimo scelto Ben, una volta che Peter Parker fosse tornato in scena come unico vero Spider-Man, il crossover sarebbe diventato solo una bizzarra vicenda d’appendice, anziché l’incontro definitivo che volevo che fosse. Quindi io e Joey Cavalieri, l’editor del 2099, decidemmo di comune accordo: al diavolo Ben, Miguel incontra Peter Parker. E sono molto contento della scelta che ho fatto.

Sarò sempre grato alla Marvel per avermi contattato quando hanno deciso di chiudere lo scenario del 2099. Credo che sia stato Tom Brevoort (spero di non sbagliarmi, altrimenti chiedo scusa) a dirmi: “Dicci cosa non ti è piaciuto di quello che è stato fatto su Spider-Man 2099 dopo che te ne sei andato, e metteremo le cose a posto”. Gliel’ho detto, e in sole due o tre vignette della chiusura hanno messo tutto a posto, una cosa davvero stupefacente.

Penso che siano usciti due numeri dopo che me ne sono andato. In quei numeri uccisero la mamma di Miguel e decisero che il fratello di Miggy, Gabe, era Goblin, anziché Padre Jennifer, come avevo in mente io. E avevano perfino cambiato i dialoghi di un’intera sequenza del mio ultimo numero, in un modo che non aveva senso. La Marvel fece un grosso one-shot, alcuni mesi dopo, e nel corso della storia annullò quelle cose negli ultimi due numeri che mi tormentavano.

Detto questo, dubito che un mio qualsiasi ritorno al mondo del 2099 sia possibile… guardate il caos che ha creato alla Marvel la comparsata di Miguel O’Hara in Captain Marvel!

 

Spider-Man 2099 #1, anteprima 02

 

 

Fonte: Newsarama