Tra gli arrivi, le partenze, le conferme e le chiusure del sottobosco mutante della Marvel c’è da registrare la già annunciata (e compiuta) conclusione di Cable: le avventure di Nathan Christopher Charles Summers in versione giovanile raccontate da Gerry Duggan e Phil Noto sono giunte al termine con il numero #12.

Nel dire addio al viaggiatore temporale mutante per eccellenza nel corso di un’intervista, Noto ha colto l’occasione per parlare di se stesso e della sua carriera, del suo stile e delle sue influenze, nonché di accennare a grandi linee quelli che saranno i suoi impegni futuri:

 

Civil War II: X-Men #1, variant cover di Phil Noto

Noto – Da giovane non leggevo molti fumetti di super eroi, a parte Il ritorno del Cavaliere Oscuro. Leggevo per lo più i fumetti di Star Wars, l’adattamento di Dune di Bill Sienkiewicz e un sacco di ElfQuest durante gli anni delle scuola mediw. La mia prima vera esperienza con gli X-Men è stata in realtà il cartone animato degli anni 90. Mi aveva coinvolto un sacco, e iniziai a tuffarmi nei fumetti subito dopo.

Dato che non sono cresciuto leggendo fumetti, non sono entrato nel settore sviluppando un tipo di disegno fumettistico tradizionale. Ho studiato illustrazione al college e sono stato fortemente influenzato da illustratori degli anni 50 e 60 come Robert McGinnis, Bob Peak, Coby Whitmore, Al Parker, a cui si sono aggiunti poi alcuni fumettisti contemporanei: Sienkiewicz, Kent Williams, Adam Hughes e Mike Mignola.

X-Men: Gold #36, copertina di Phil Noto

Gli stili e i temi degli anni 60 occupano in effetti un posto speciale nelle mie opere. In parte questo è dovuto al mio amore per l’arte stilizzata di quel periodo. E in parte perché Marvels di Alex Ross mi ha colpito molto, ha davvero definito il tono di un look supereroistico rétro, di metà secolo, diverso dal look molto grafico di Kirby/Ditko dell’epoca. Ora per me è istintivo disegnare in quel modo e funziona perché è ancora oggi sotto molti aspetti uno stile unico.

Un altro elemento fondamentale per me è quello della commedia, di cui sono da sempre un grande fan. Prediligo le forme di umorismo più discrete alle grandi commedie fisiche, negli ultimi vent’anni citerei soprattutto The Office, Arrested Development, Parks and Recreation e così via. Niente mi rende più felice di riuscire a catturare quel tipo di commedia su una tavola a fumetti. In parte è dovuto anche alle mie radici, in precedenza lavoravo come animatore negli studi Disney e spesso dovevo far funzionare lo stesso genere di commedia in un film d’animazione.

Age of X-Man: Alpha #1, copertina di Phil NotoQuanto alla mia tecnica di lavoro: inizio tracciando dei bozzetti molto approssimativi con Photoshop, poi li definisco un po’ prima di inchiostrare le pagine e uniformare i colori con Clip Studio. Fatto questo, rifaccio i colori finali con Photoshop. Tutto questo di solito avviene sul il mio iMac e su una Wacom Cintiq 16 Pro.

Il lavoro su Cable mi ha dato molte soddisfazioni. Tra queste, ho potuto creare il look del personaggio di Bei senza casco. Mi sono ispirato molto all’antico Egitto, rifacendomi ai disegni di Pepe Larraz per gli abitanti di Arakko. Inoltre ho potuto finalmente disegnare Domino. Sono un suo grande fan e non avevo mai avuto la possibilità di disegnarla in nessuna veste ufficiale.

Cable #4, copertina di Phil Noto

A conti fatti, sono molto felice che siamo stati in grado di prendere un personaggio relativamente nuovo nei cui confronti molti lettori erano diffidenti e di produrre una serie di dodici numeri che è stata accolta molto bene. E a proposito di commedia, la reazione di Jean alla menzione della “grossa moglie di Doug” da parte di Cable mi ha veramente reso felice. Quell’espressione è in realtà la mia espressione fatta allo specchio!

Quanto al presente e al futuro, sono molto felice di poter produrre ulteriore X-materiale assieme a Gerry in Marauders, e anche se non posso davvero parlare di cosa verrà dopo quello, penso di poter dire che i fan ne saranno entusiasti.

 

Marvel: variant cover di Phil Noto

 

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Fonte: AIPT