Il capello è arruffato e castano come il pizzetto, la segretaria è bellissima, efficiente, gentile e ha i capelli turchini, sotto la giacca sportiva c’è una felpa con cappuccio. Un protagonista diverso da quello più famoso, sbarbato e curato, sempre in camicia rossa e giacca nera, con un assistente quasi sociopatico e decisamente poco affascinante. Eppure Carlo Lorenzini è anche lui un indagatore del soprannaturale. Non si occupa di incubi, ma di storie, di personaggi della letteratura che, nel suo mondo, se hanno la fortuna di diventare dei classici, prendono vita. Camminano fra noi, mantenendo identità più o meno segrete e alcune (non tutte e non sempre precisamente congruenti) delle capacità e qualità che avevano quando abitavano solo le pagine dei loro libri. Così può essere che Mattia Pascal sia un truffatore che ruba identità, che l’Innominato manzoniano sia proprietario di un pub e che Chtulhu lavori all’ufficio I.N.P.S. di Milano, la città in cui Carlo svolge ...