Prima di dare il via a questa recensione, è necessaria una premessa. Solo il fatto di doverla fare ci fa sentire vecchi, ma qualcuno dei lettori di BadComics.it che con il dito sta scorrendo queste righe sullo schermo di uno smartphone, probabilmente all’epoca in cui inizia Inkspinster – Confessioni di una zitella non era nemmeno nato. Quindi, sedetevi pure vicino al caminetto, mentre il nonno vi racconta un diverso panorama fumettistico.

Nella prima metà degli anni 2000 non c’erano ancora i social network, perciò i primi webcomic italiani sono apparsi su blog e siti indipendenti, qualcosa di simile alle attuali pagine FB, ma con la sostanziale differenza che per scoprirli si doveva contare più che altro sul passaparola, sui consigli di una community di appassionati di fumetti particolarmente animata in quegli anni, seppur di nicchia. Con il passare del tempo, questo fenomeno ha trovato modo di esplodere grazie a diversi siti e portali che aggregavano i titoli più int...