Una delle poche colpe (l’unica) che si può imputare a Mitsuru Adachi è quella di realizzare commedie scolastiche spesso incentrate sul baseball, con setting di partenza che si somigliano fin troppo, dando l’impressione di star leggendo sempre lo stesso fumetto. In parte questo è vero, ma sono i rapporti tra i personaggi o l’inserimento di piccoli elementi a differenziare ogni manga da un altro, anche se lo stile è ben definito e le atmosfere sono ricorrenti.
Con Mix questa sensazione però è insita nell’operazione, visto che per la prima volta Adachi si dedica a un sequel, esaudendo il desiderio dei fan che da anni gli richiedevano di proseguire le vicende del suo fumetto più famoso, Touch. La richiesta era legittima, visto che il mangaka non propone di continuo opere di genere differente, ma costruendo per lo più trame in universi narrativi molto simili, non dev’essergli costata molta fatica accontentare i lettori e tornare nel mondo di Touch, 26 anni dopo...