Recensire il primo volume di un’opera talmente complessa e stratificata quale è Providence di Alan Moore e Jacen Burrows è sicuramente compito arduo. Sono talmente tanti gli elementi di riflessione e discussione che è probabilmente impossibile riuscirli a trattare tutti, e in maniera esaustiva, in un unico pezzo. Probabilmente sarebbe più consono farlo in un trattato o saggio, ma noi ci proveremo lo stesso.

In Providence, il Bardo di Northampton ritorna a raccontarci alla sua maniera della narrativa horror di H.P. Lovecraft, scrittore americano vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo, la cui produzione letteraria ha definito questo genere narrativo in modo indiscutibile, che la si apprezzi, o meno. Del resto, lo stesso titolo dell’opera rimanda alla cittadina dove lo scrittore è nato (e morto). Questo percorso di Moore nell’immaginario lovecraftiano è iniziato alcuni anni fa con la scrittura (in prosa) del racconto breve intitolato Il cortile, poi adattato a fumet...