Goshu il Vioncellista

Nel 1982, un anno dopo Jarinko Chie, Isao Takahata torna sul grande schermo con Goshu il Violoncellista, una favola della durata di soli cinquantanove minuti. Il regista era infatti impegnato con l’adattamento televisivo di Jarinko Chie, e in pochi mesi non poteva dedicarsi a un progetto più ambizioso, per cui non c’è da stupirsi che questa sia l’opera più minimalista della sua filmografia.

Goshu è un povero violoncellista che non possiede altro che il suo strumento musicale; ciononostante, non ha un particolare talento nel suonarlo e viene costantemente rimproverato dal direttore dell’orchestra del suo paese, preoccupato per la riuscita di un imminente concerto. Il ragazzo si allena nella solitudine della sua casa anche dopo il tramonto, e per quattro notti consecutive viene visitato da animali parlanti che lo aiutano a migliorare la sua tecnica musicale: grazie a un gatto apprende il valore dell’originalità, un cuculo lo fa esercitare sulle scale, un