Low Winter Sun: la recensione del pilot
La nuova serie di AMC (Breaking Bad, The Walking Dead) debutta con un buon pilot e un ottimo Mark Strong come protagonista
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Il tema cardine presentato finora sembra essere ben rappresentato in un dialogo del prologo tra il protagonista, Frank Agnew, e il suo collega Geddus (Lennie James). Un rapido e duro scambio di battute che precedono un omicidio nel quale viene stabilito, quasi fosse il comandamento principale della serie, una guida allo spettatore su ciò che vedrà raccontato nei successivi minuti, che la moralità non è bianca, non è nera, e tantomeno grigia. È invece come uno stroboscopio, un qualcosa che è soggetto ad un costante mutamento, che passa in un secondo dalla luce all'ombra. Un assunto di base che si basa su un completo relativismo e che colpisce molto di più nel momento in cui viene associato al ruolo dei due personaggi che ne parlano e a ciò che stanno per commettere.
Mantenendo celata buona parte del suo intreccio, il pilot si sposta dunque nel corso dell'episodio da una storia all'altra, raccontando di spacciatori, corpi mutilati, percorsi di vendetta e indagini da parte degli Affari Interni. Perché, come scopriamo presto, la vittima stessa dei due protagonisti era un poliziotto e, evidentemente, l'omicidio che dà il via a tutto è solo il primo di una lunga catena. Muovendoci nel passato, probabilmente attraverso gli stessi flashback di cui abbiamo avuto un assaggio nell'episodio, e nel futuro, con la necessità per il protagonista di coprire le proprie azioni e di proseguire nella vendetta, Low Winter Sun potrebbe procedere così d'ora in avanti: allargando il suo campo visivo e aumentando la nostra conoscenza degli eventi. Avaro nelle rivelazioni ma generoso negli spunti offerti, il pilot riesce a presentare bene il nucleo caratteriale dei vari coprotagonisti, e lo fa attraverso interpretazioni solide e uno stile cupo, violento quanto basta.Un cenno merita la regia, molto curata e ravvicinata, quasi schiacciata sugli interpreti, che in più di un momento comunica una sensazione di soffocamento e claustrofobia. Unitamente al tono molto serioso – nemmeno un paio di spunti ironici riescono ad allentare la tensione – dello show, potremmo dire che fin dal primo episodio questo sembra avere le idee chiare sullo stile da seguire: dimesso e drammatico, ma al tempo stesso capace di una gestione del ritmo migliore rispetto, per restare sempre su AMC, ad un Rubicon.