Resurrection 1x01 "The Returned": la recensione
La recensione del pilot di Resurrection, la serie spesso paragonata a Les Revenants
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I produttori di Resurrection hanno smentito qualunque influenza sul loro lavoro e sul romanzo originale da parte della serie francese, affermando in alcuni casi di non aver nemmeno visto lo show in questione. Questi sono i fatti e le dichiarazioni, ognuno tirerà le proprie conclusioni. Tornando, finalmente, all'episodio in questione, diciamo che per chiunque abbia visto Les Revenants sarà impossibile non provare una sensazione di déjà-vu nel guardare il pilot. Le premesse sono identiche. Ad un certo punto, senza un motivo apparente, senza alcuna logica, i morti ritornano dai loro cari, confluendo in un luogo specifico evidentemente non casuale. Ed è quasi un peccato che la mente torni costantemente al paragone alla base, perché il pilot di Resurrection non è affatto male, anzi.
Una cold open quasi surreale ci proietta nientemeno che in Cina, dove un bambino di nome Jacob (Landon Gimenez) "risorge" a trentadue anni dalla morte. Vengono quindi bruciate in fretta le tappe dell'introduzione all'opera, con l'affidamento temporaneo del bambino ad un agente dell'immigrazione di nome Martin Bellamy (Omar Epps, il Foreman di House). Dopo un'iniziale amnesia, il bambino ricorda le circostanze della propria morte per annegamento, e indica Arcadia come il luogo a cui tornare. Una volta riportato il bambino a casa, si viene a sapere della sua morte, ci si confronta con lo sconcerto dei due genitori (Lucille e Harold, interpretati da Frances Fisher e Kurtwood Smith) e intanto si pongono le basi per l'evolversi della storia.Parallela e intrecciata a questa vicenda troviamo quella dello sceriffo Fred (Matt Craven) e della figlia Maggie (Devin Kelley), ma anche della sua amica Elaine (Samaire Armstrong), il cui padre tornerà dall'oltretomba nel finale d'episodio. Ovvie reazioni di sgomento, paura, angoscia, freddo conforto per trovarsi a qualcosa di assolutamente impossibile, eppure accaduto, si fondono nel passare da un personaggio all'altro, da un protagonista all'altro, con il personaggio di Martin centro di tutto, rappresentazione di un punto di vista esterno, ma non per questo più consapevole di ciò che sta accadendo.
Il ritmo dell'episodio non rallenta mai, eventi e reazioni si fondono bene insieme e, pur nell'inverosimiglianza del momento, c'è una certa cura nella ricostruzione dei sentimenti e delle azioni dei protagonisti. Buone le interpretazioni, in particolare colpisce Kurtwood Smith, non proprio l'ultimo arrivato, ma ciò che conforta è la performance del piccolo Landon Gimenez (non sempre i bambini negli show broadcast sono all'altezza). La dimensione mistery è probabilmente irrinunciabile, ma non prende mai il sopravvento nella scrittura rispetto ai personaggi, che rimangono centrali. La tecnica non è male, ma qui più che in altri elementi il paragone, forse a questo punto ingiusto, con la serie francese viene fuori, e decisamente lì eravamo su altri livelli. Comunque un primo episodio sicuramente da promuovere.