The Whispers 1x01 "X Marks the Spot": la recensione
I bambini diventano la minaccia da cui guardarsi in The Whispers, la nuova serie ABC tratta da un racconto di Ray Bradbury
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I bambini rappresentano da sempre un tramite ideale nella fantascienza. Forse per quella combinazione di innocenza e meraviglia che li rende un canale perfetto per gettare il mondo più concreto e meno sognante degli adulti nel caos. Quando poi sappiamo che dietro The Whispers c'è la mano da produttore di Steven Spielberg, è difficile non considerare questo come un elemento di centrale importanza. Anche se, a ben vedere, nel caso della nuova serie estiva della ABC, tratta dal racconto di Ray Bradbury Zero Hour, di meraviglia e innocente stupore ce ne sono ben pochi, anzi siamo più dalle parti di Il villaggio dei dannati, con i pargoli che diventano insospettabile fonte di morte, apparentemente qui asserviti ad una misteriosa forza invisibile (aliena?) che vuole colpire il centro del potere.
C'è tanto da accettare nella premessa e nello svolgimento di The Whispers e, per chiarire subito, quel tanto diventa ben presto troppo. Nella forma del racconto originale, considerata la mano di quello che è uno dei maestri della fantascienza, sicuramente l'idea alla base poteva avere un suo senso, mentre qui la scrittura deve tirare in gioco un intreccio, delle relazioni personali, uno sviluppo del mistero che non ha la forza di sostenere. Lily Rabe – una che con le trame seriali improbabili e illogiche si è fatta le ossa – ce la mette tutta ed è il volto più convincente del pilot, intitolato "X Marks the Spot", ma non basta.Il suo personaggio, Claire Bennigan, un'analista dell'FBI specializzata in casi che riguardano bambini, viene contattata nel momento in cui una bambina di sei anni viene sospettata – per motivi che lasceremo alla fantasia degli autori – di aver cercato di uccidere la madre (interpretata da Autumn Reeser, strano che esca definitivamente di scena). La bambina avrebbe agito dietro la spinta dell'amico invisibile Drill, un nome che a quanto pare ritorna anche in altri casi di aggressione e violenza commessi da bambini verso i genitori. Parte l'indagine in compagnia dello scostante agente Jessup Rollins (Derek Webster): nel mezzo misteriosi ritrovamenti nel deserto, tecnologie sconosciute, complotti governativi e quant'altro. Senza scendere troppo nei dettagli, Claire ha un figlio sordomuto, e basta un'inquadratura a capire che il suo coinvolgimento nella storia non sarà solo professionale. Nel cast anche Milo Ventimiglia nel ruolo di uno spoiler ambulante.
The Whispers soffre di una sindrome abbastanza comune. È convinto che le domande e i misteri bastino a giustificare la visione del prodotto in assenza di una tensione psicologica adeguata. La scrittura è povera e scarna, i caratteri sono inquadrati con una singola e apposita linea di dialogo e non si scostano di un passo. Emblematica l'entrata in scena di Jessup, ma i momenti il cui il gioco della scrittura è palese sono troppi. I momenti drammatici non sono pochi, come in una scena in cui Claire si confronta con la madre di una vittima, ma non ci sentiamo mai di investire emozioni e attenzione in ciò che sta accadendo, né la serie – con il suo stile povero e anonimo – cerca mai di costruire qualcosa che valga la pena di sottolineare.L'unico elemento che avrebbe potuto essere interessante, la tensione provocata dal pericolo proveniente dai bambini, viene disinnescata da un'esecuzione povera, da un tono indefinito e da una caratterizzazione generica a metà tra l'inquietante e l'inconsapevole che semplicemente non si capisce come giustificare.