“E se scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te.” L’abusata frase di Friedrich Nietzsche viene parafrasata nel secondo episodio di Killing Eve e potrebbe esserne, invero, un’efficiente epigrafe. L’interscambio tra Villanelle (Jodie Comer) ed Eve Polastri (Sandra Oh) è al centro del brioso thriller seriale che ha, per proseguire la catena di frasi abusate, conquistato pubblico e critica grazie al proprio umorismo dissacrante e a un impeccabile cast calato in ruoli pirandellianamente in bilico tra commedia e tragedia (con una spiccata propensione per la prima).

L’abisso è, in questo caso, Villanelle o Oksana che dir si voglia, conturbante sicario psicopatico al soldo di una misteriosa organizzazione denominata “I Dodici”. Sulle sue tracce, spesso persa in ammirata contemplazione delle sue gesta criminali, c’è la frustrata ex agente dell’MI5 Eve; sposata a un santo, licenziata da un lavoro d’...