Quando a luglio Bob Iger ha rilasciato una lunga intervista a CNBC le sue dichiarazioni sugli sceneggiatori e attori in sciopero non sono le uniche ad aver generato clamore. Il CEO Disney ha infatti affermato che le attività televisive “non fanno più parte del core business dell’azienda”, una dichiarazione che sicuramente guarda a un futuro dove lo streaming la farà da padrone, ma sembra ignorare un presente nel quale i canali lineari sono ancora in grado di generare miliardi di dollari in profitti grazie alla pubblicità e ai ricavi dagli abbonamenti delle pay tv. Nelle ultime settimane sono avvenuti piccoli scossoni in quella direzione, probabilmente una conseguenza sia delle dichiarazioni di Iger che del contesto mutevole dell’industria.

Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, per esempio, è saltato l’accordo tra la Disney e Charter, uno dei più grandi operatori via cavo e pay tv negli Stati Uniti. Per dieci giorni, 19 canali via cavo (tra cui Freeform, FX ed ESPN) e otto stazioni ABC sono stati oscurati, finché le due parti non hanno raggiunto un nuovo accordo. In sostanza, Charter (che versa oltre due miliardi di dollari all’anno alla Disney, nonostante il calo negli abbonati) ha ottenuto di poter includere nei propri pacchetti anche le piattaforme streaming EPSN+, HULU e Disney+ nella loro versione con pubblicità. Per contro, otto canali rimarranno oscurati (verosimilmente, quelli meno visti): Baby TV, Disney Junior, Disney XD, Freeform, FXM, FXX, Nat Geo Wild e Nat Geo Mundo.

Intanto, Bloomberg ha rivelato nelle ultime ore che la major starebbe prendendo in considerazione l’ipotesi di vendere il network broadcast ABC e le sue otto stazioni locali a Nexstar Media Group (che un anno fa aveva acquisito The CW, stravolgendone completamente il palinsesto), oppure ad Allen Media Group. La notizia è stata avallata da un ex dirigente di Nexstar, Tom Carter, che mercoledì durante una conferenza a New York ha dichiarato che un’acquisizione “potrebbe avvenire senza particolari attriti”.

La major si è affrettata a smentire queste voci, diramando un comunicato:

Sebbene siamo aperti a prendere in considerazione una serie di opzioni strategiche per i nostri canali lineari, al momento The Walt Disney Company non ha preso ancora una decisione sull’idea di disinvestire da ABC o da altre proprietà, e qualsiasi notizia a riguardo è basata sul nulla.

Certo, è una smentita un po’ sibillina, di quelle che circolano quando dietro le quinte sta succedendo tutt’altro. Dopotutto, va ricordato che tra le tante partite sul tavolo di Bob Iger c’è l’imminente decisione da prendere su HULU: l’avvio delle trattative tra Disney e Comcast per la cessione del rimanente 30% della compagnia a Disney è stato infatti recentemente anticipato al 30 settembre. Per questa acquisizione, Iger dovrà trovare almeno una decina di miliardi di dollari…