Il report del New York Times sulla bizzarra vicenda della serie tv Conquest, nella quale Netflix ha investito 55 milioni di dollari senza che nemmeno un episodio vedesse la luce, ha suscitato stupore e perplessità.

L’articolo racconta la turbolenta produzione di un progetto a cui Netflix diede il via libera nel pieno boom di spese da streaming war, quando aveva sete di contenuti originali da proporre agli abbonati mentre gli altri studios toglievano contenuti su licenza per posizionarli sulle loro nuove piattaforme. La serie, intitolata Conquest, è stata diretta da Carl Erik Rinsch, regista di un unico film – il flop 47 Ronin. Alla fine, dopo numerose peripezie, Netflix ha cancellato il progetto e ora attende di risolvere in via extragiudiziale le controversie economiche con il regista.

La vicenda ha scatenato una polemica sui social da parte di diversi creativi che hanno lavorato (o hanno cercato di lavorare) con lo streamer. Il regista messicano Jorge R. Gutierrez, autore della miniserie animata Maya e i tre guerrieri, si è limitato a commentare in maniera cinica “Hollywood”:

Elizabeth Ito, regista e sceneggiatrice di serie come Adventure Time e City of Ghosts, ha commentato: “Ma che diavolo?! Beh, ecco come ho speso il mio budget, e mi dissero che non avevano bisogno di più cose così, immagino per permettere a questo tizio di avere più soldi da spendere in Dodgecoin o cose del genere”:

Jared Krichevsky, artista di film come Godzilla vs. Kong e Guardians of the Galaxy, spiega di aver “presentato una serie originale antologica a Netflix, ma ci dissero di no perché non avevamo un’esperienza pregressa documentata”. Il riferimento è al fatto che l’unico film diretto da Rinsch sia stato il flop 47 Ronin:

Hampton Yount, comico e doppiatore della serie Mystery Science Theater 3000, esprime la propria frustrazione circa la cancellazione del suo progetto: “Wow, la nostra serie Netflix che aveva ottenuto il 100% di recensioni positive su Rotten Tomatoes avrebbe potuto avere altre quattro stagioni o più per la stessa cifra, a me sembra una frode criminale, non so…”

C’è chi invece sottolinea come a Rinsch sia stata data un’opportunità che, verosimilmente, a una donna non sarebbe stata offerta: “Nel frattempo… le donne registe devono aver diretto almeno un film di successo al Sundance, o aver partecipato a una serie infinita di laboratori e fellowship (dando per scontato che una abbia il curriculum giusto per entrare) prima di ricevere l’opportunità di dirigere UN episodio di una serie fiction”.

Krister Johnson, invece, sottolinea che con il denaro gettato da Netflix sarebbe stato possibile realizzare molte altre stagioni della sua serie: “55 milioni di dollari = 8 stagioni di Murderville“.

Va sottolineato come Hollywood sia un’industria di hit and miss: ci sono progetti che hanno enorme successo che servono a ripagare altri insuccessi. Capita raramente, però, che un progetto come Conquest non riesca nemmeno ad a vedere la luce degli schermi e si riveli una perdita secca di denaro.

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