The Walt Disney Company ha comunicato di aver chiuso il terzo trimestre dell’esercizio fiscale con ricavi in aumento del 3.8% a 22.3 miliardi di dollari (inferiori alle attese), e un reddito operativo di 3.6 miliardi di dollari, in calo del 6%.

La buona notizia è che l’azienda è riuscita a ridurre le perdite della divisione direct-to-consumer (e cioè quella relativa allo streaming), scendendo a 460 milioni contro gli 1.41 miliardi dello scorso anno.

La cattiva notizia è che gli abbonati globali a Disney+ hanno subito una frenata consistente: sono 146,1 milioni, con una perdita di 12.5 milioni dalla piattaforma indiana Disney+ Hotstar, ancora una volta a causa della perdita dei diritti del cricket. Si tratta di abbonati di scarso valore (l’ARPU di Hotstar è bassissimo). Nel resto del mondo vi è stata una crescita di 800 mila abbonati (a 105.7 milioni), anche se nel nordamerica la perdita è di 300 mila abbonati. ESPN+ è rimasta invariata a 25.2 milioni di abbonati, mentre HULU è cresciuta a 48.3 milioni di abbonati.

L’impatto degli scioperi si farà sentire in una riduzione delle spese previste nella creazione di contenuti dell’anno fiscale 2023 (che termina a fine settembre): 27 miliardi di dollari, ovvero 3 miliardi meno del previsto. Bob Iger ha spiegato che l’obiettivo che si era imposto al suo reinsediamento di arrivare a 5.5 miliardi di risparmi (anche attraverso 7000 licenziamenti) verrà ampiamente superato, e ha rassicurato Wall Street spiegando che ora la Disney è concentrata nel “riorganizzare la quantità di contenuti che vengono realizzati, quanto si spende e in quali mercati investiamo”.

La rimozione di moltissimi contenuti dalle piattaforme streaming ha comportato una svalutazione pari a ben 2.44 miliardi di dollari.

Nuovo aumento dei prezzi per Disney+ e HULU

Bob Iger ha annunciato anche un nuovo ritocco verso l’alto dei prezzi degli abbonamenti streaming, assieme all’ampliamento all’Europa e Canada degli abbonamenti con pubblicità a Disney a partire dal 1 novembre (Italia inclusa).

Il CEO ha comunicato che la versione con pubblicità di Disney+ ha attirato circa 3.3 milioni di clienti da dicembre a giugno, e che da allora il 40% dei nuovi abbonati sceglie la versione con pubblicità (che ha un costo inferiore). Strategicamente è un vantaggio per la Disney, che guadagna in media di più su ciascun cliente. Iger ha anche spiegato che a breve si inizieranno a valutare strategie per disincentivare la condivisione delle password, come ha fatto recentemente Netflix, con l’obiettivo di ottimizzare e migliorare la monetizzazione.

In Europa, gli abbonamenti con pubblicità a Disney+ costeranno 5.99 euro al mese, mentre il prezzo degli abbonamenti senza pubblicità cresceranno sopra i 10 euro mensili.

Anche negli USA aumentano i prezzi delle versioni senza pubblicità: Disney+ crescerà da 10.99 dollari a 13.99 dollari al mese, HULU crescerà da 14.99 a 17.99.

Le azioni Disney sono cresciute del 6% dopo le contrattazioni spinte soprattutto dagli annunciati aumenti (che corrispondono a maggiori profitti) e dalle minori spese previste.

Fonte: Deadline

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