La notizia che Amazon lascerà la Nuova Zelanda per girare la seconda stagione (e, si suppone, anche le successive) della serie de Il Signore degli Anelli nel Regno Unito ha scatenato un putiferio nel paese, considerato ormai da vent’anni la casa della Terra-di-Mezzo.

Nel corso della giornata di ieri i quotidiani neozelandesi hanno riportato lo sconcerto generale con cui è stata accolta la notizia, mentre Variety ha diffuso alcuni dettagli come il fatto che la troupe neozelandese della serie ha saputo dello spostamento della produzione solo 20 minuti prima che venisse annunciata ufficialmente dai media.

La film commission locale è sconvolta non solo perché una produzione colossale come quella della serie de Il Signore degli Anelli avrebbe assicurato lavoro alle maestranze per diversi anni (si parla di circa duemila persone coinvolte nella lavorazione della sola prima stagione), ma anche per le conseguenze che potrebbero esserci sul settore del turismo, già martoriato da un anno e mezzo di pandemia che ha risparmiato la popolazione locale grazie alla decisione del governo di chiudere i confini nazionali – ma che ha totalmente fermato l’afflusso di stranieri.

Un vero “scenario da incubo”, come lo definisce il New Zealand Herald, che riporta le parole dei responsabili del ministero del turismo, allarmati della possibilità che decenni di investimenti messi nel franchise potrebbero dileguarsi nel momento in cui un altro paese venisse associato alla Terra-di-Mezzo. Sì, perché la produzione della trilogia dello Hobbit prima e della prima stagione della serie Amazon poi è stata facilitata da sgravi fiscali pagati con le tasse dei neozelandesi. Sgravi a cui Amazon in parte dovrà rinunciare avendo deciso di spostare la produzione nel Regno Unito (dove comunque potrà approfittare di altre agevolazioni), portando comunque a un forte risparmio per il governo (che aveva previsto di investire centinaia di milioni di dollari neozelandesi nel corso delle cinque stagioni previste).

Intanto è partito il carosello politico delle accuse, e la prima vittima è il ministro Stuard Nash, che secondo il portavoce dello sviluppo economico Todd McClay avrebbe dimostrato scarso interesse nel trattare con Amazon, “nonostante l’enorme impatto che la produzione avrebbe potuto avere sulla nostra economia. Stuard Nash deve essere trasparente con il popolo Kiwi, spiegando perché non ha provato a offrire di più ad Amazon”. Nash ha risposto di aver saputo solo giovedì della decisione di Amazon, lasciando intendere che il colosso dello streaming avesse stabilito di cambiare location per motivi non economici, ma verosimilmente logistici: la pandemia ha reso molto complessa la produzione della serie dall’altra parte del mondo.

La prima stagione della serie debutterà, come annunciato pochi giorni fa, su Prime Video il 2 settembre 2022.

La sinossi ufficiale della serie:

La nuova serie di Amazon Studios porta sullo schermo per la primissima volta le eroiche leggende della mitica Seconda Era della storia della Terra-di-Mezzo. Questo epico dramma è ambientato migliaia di anni prima degli eventi de Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli di JRR Tolkien, e riporterà gli spettatori in un’era nella quale vennero forgiati grandi poteri, regni raggiunsero la gloria e caddero in rovina, improbabili eroi vennero messi alla prova, la speranza era appesa al più sottile dei fili, e il più grande villain che sia mai scaturito dalla penna di Tolkien minacciò di avvolgere tutto il mondo nell’oscurità.

Cominciando in un’epoca di relativa pace, la serie segue un cast corale di personaggi, sia nuovi che familiari, verso il confronto con il ritorno a lungo temuto del male nella Terra-di-Mezzo. Dalle oscure profondità delle Montagne Nebbiose, alle maestose foreste della capitale degli elfi di Lindon, all’isola mozzafiato del regno di Númenor, ai confini più remoti della mappa, questi regni e questi personaggi lasceranno delle eredità che sopravviveranno a lungo dopo la loro scomparsa.

Confermati nel cast Robert Aramayo (il giovane Ned Stark in Game of Thrones), Owain Arthur, Nazanin Boniadi, Morfydd Clark, Ismael Cruz Cordova, Ema Horvath, Markella Kavenagh, Joseph Mawle (Benjen Stark in Game of Thrones), Tyro Emuh, Sophia Nomvete, Megan Richards, Dylan Smith, Charlie Vickers, Daniel Weyman.

Fanno parte del cast anche: Cynthia Addai-Robinson, Maxim Baldry, Ian Blackburn, Kip Chapman, Anthony Crum, Maxine Cunliffe, Trystan Gravelle, Sir Lenny Henry, Thusitha Jayasundera, Fabian McCallum, Simon Merrells, Geoff Morrell, Peter Mullan, Lloyd Owen, Augustus Prew, Peter Tait, Alex Tarrant, Leon Wadham, Benjamin Walker e Sara Zwangobani.

La serie è guidata dagli showrunner ed executive producer J.D. Payne e Patrick McKay, insieme con il regista J.A. Bayona che dirigerà i primi due episodi e sarà anche executive producer al fianco della sua partner creativa Belén Atienza; gli altri executive producer sono Lindsey Weber, Wayne Che Yip, Bruce Richmond, Callum Greene, Gennifer Hutchison, Jason Cahill, Justin Doble e Sharon Tal Yguado.

Nel team vi sono poi la costumista Kate Hawley, lo scenografo Rick Heinrichs, il supervisore degli effetti visivi Jason Smith e l’illustratore e concept artist John Howe.

Che ne pensate della reazione di Elijah Wood all’addio della serie Il Signore degli Anelli alla Nuova Zelanda?

 

 

 

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