Shonda Rhimes è sicuramente una delle autrici televisive più influenti degli ultimi vent’anni e nel corso della sua lunga e prolifica carriera ha creato serie di successo come Grey’s Anatomy, Scandal e Le regole del delitto perfetto. Il suo ultimo progetto è il prequel di Bridgerton, La Regina Carlotta: Una storia di Bridgerton. In questo nuovo capitolo della storia, la Rhimes ha esplorato le origini del complesso personaggio della regina Carlotta. Con il suo caratteristico mix di romanticismo, intrighi e personaggi sfaccettati, la Rhimes continua a sorprendere il suo pubblico. Questo prequel non solo espande l’universo di Bridgerton, ma approfondisce anche temi come la storia, il lutto e le complessità del potere. L’autrice ha parlato di questo e tanto altro durante una lunga e interessante intervista con Vulture (che potete leggere integralmente qui). Di seguito vi riportiamo alcuni degli spunti più interessanti che ne sono emersi.

In merito alle analogie con Principe Azzurro Cercasi, il sequel di Pretty Princess scritto dalla Rhimes nel 2004, l’autrice ha risposto in questo modo: “Sai cosa? Questo non mi era nemmeno venuto in mente. Ci potrebbero essere delle analogie con Julie Andrews. Sia in Bridgerton che in Regina Carlotta, la Andrews dà voce a Lady Whistledown, l’autrice misteriosa di un opuscolo di pettegolezzi sulla nobiltà dell’Inghilterra, interpretando anche la regina di Genovia. Ero affascinata da quanto fosse limitata dal suo lavoro e dal suo status.”

Shonda Rhimes non è la creatrice delle prime due stagioni di Bridgerton e non ha preso neanche parte alla scrittura, bensì ha solo prodotto la serie madre. Situazione opposta per La Regina Carlotta, spin-off create e scritto dalla stessa Rhimes. Proprio per questo motivo le è stato chiesto come mai abbia voluto scrivere personalmente questa parte della saga di Bridgerton. Ecco che cosa ha risposto a riguardo: “Tutto è cominciato con una richiesta della defunta suocera di Ted Sarandos, Jacqueline Avant. È una bellissima e complessa storia da raccontare sullo sviluppo di una giovane regina nera al potere. Golda Rosheuvel è straordinaria nel ruolo di Charlotte nell’era di Bridgerton, e ho iniziato a pensare che mi sarebbe piaciuto conoscere il suo percorso, soprattutto perché sappiamo come va a finire.”

Infatti, il primo episodio di Regina Charlotte è dedicato a Jackie Avant, filantropa e moglie del famoso produttore musicale Clarence “The Black Godfather” Avant.

Sulle voci riguardanti la possibilità che la vera Regina Carlotta avesse degli antenati neri, la Rhimes ha spiegato che non si tratta solo di voci. Come riportato dal Washington Post, lo storico Mario de Valdes y Cocom sostiene che Carlotta discenda direttamente da un ramo nero della famiglia reale portoghese: Alfonso III e la sua concubina, Ouruana, una nera moresca. La Rhimes ha quindi ammesso che: “C’è chi crede fermamente che lei fosse la prima regina nera. È un aspetto molto interessante per me. Quando stavamo creando Bridgerton, non abbiamo fatto un casting pensando al colore della pelle, ma abbiamo voluto costruire delle motivazioni sul perché la Regina Carlotta fosse lì.”

Infatti, Il primo episodio di Regina Carlotta è dedicato a Jackie Avant, filantropa e moglie del famoso produttore musicale Clarence “The Black Godfather” Avant.

In riferimento ai reali fatti storici presenti nella serie e alle eventuali inesattezze, la Rhimes ha dichiarato: “Non ho mai cercato di fare una biografia intitolata The True Life of Queen Charlotte. Nessuno sa come fossero realmente le conversazioni tra Carlotta e Giorgio, come fosse la loro vita amorosa o come si sentisse nel presentarsi lì. Ero entusiasta di riempire tutti i vuoti di un personaggio che avevamo già creato. La produttrice ha poi aggiunto: “Parte di ciò che mi ha interessato in questo argomento è stato trovare un vecchio libro che descriveva i ruoli che le persone di discendenza africana ricoprivano in quell’epoca. Parlava anche della loro sistematica cancellazione. C’erano molti compositori neri di successo; molte persone ricche africane mandavano i loro figli in Inghilterra per frequentare una scuola interna. Queste cose esistevano, ed ero stupita di scoprirlo. Ciò che volevo esplorare era: cosa succede se riporti alla luce quella storia cancellata?

Si è sempre vociferato che la regina Carlotta fosse piuttosto spietata, specialmente con i suoi 15 figli. A tal proposito la Rhimes ha aggiunto: “Mi diverte che la gente pensi che Charlotte sia antipatica perché ho sempre pensato che fosse molto simpatica, anche in Bridgerton. Ma penso che le donne abbiano il diritto di essere antipatiche e non simpatiche quanto gli uomini, e non sembra che molte persone lo accettino. Charlotte era chi era. Era un personaggio completo, in molti modi, segnato dal dolore e dalla sofferenza. In questa serie, volevo che le persone capissero che non si trattava solo di crudeltà: siamo in un mondo in cui alle persone non importava molto dei propri figli perché non li conoscevano realmente; erano cresciuti da qualcun altro. È straziante scoprire che la giovane Agatha non ha avuto la possibilità di conoscere i suoi quattro figli. Tutto ciò che la maggior parte di queste donne aveva era il matrimonio: se non ti sposi, non ricevi soldi, potresti non avere un luogo in cui vivere e devi sempre dipendere da un parente. Quindi, il mercato del matrimonio diventa il loro posto di lavoro. Era importante mostrare quanto fossero ristretti i loro mondi. Charlotte non ha sposato il suo amore. È stata gettata in una situazione e la domanda è: come sopravvivi a tutto ciò? Non stiamo raccontando una commedia romantica. Sappiamo tutti come finisce con George. Non stiamo raccontando una storia in cui hanno vissuto felici e contenti.”

Per quanto riguarda il suo rapporto con i fan, la creatrice di La Regina Carlotta: Una storia di Bridgerton ha risposto ammettendo: “Penso di essere piuttosto famosa per dire che non presto attenzione ai fan. Non intendo questo in modo negativo; intendo dire che l’unico modo che conosco per raccontare una storia è essere il suo custode e quindi non posso recepire tutte le influenze esterne legate alle reazioni delle persone alla storia. Non mi aiuta a trovare un modo per essere creativa nel mio lavoro.”

Che cosa ne pensate delle dichiarazioni di Shonda Rhimes? Ditecelo nei commenti.

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