Ecco il post di David Simon:
Come datore di lavoro, questo va oltre la politica. Il mese prossimo consegnerò le sceneggiature per una miniserie documentario della HBO basata su eventi in Texas, ma non posso e non voglio chiedere al cast e alla troupe femminili di rinunciare alle loro libertà civili per girare lì. Cos’altro somiglia a Dallas Fort Worth?
Le reazioni al tweet non si sono fatte attendere e c’è stato un botta e risposta. Il Dallas Film & Creative Industries Office ha rilasciato la seguente dichiarazione:
Le leggi di uno stato non riflettono l’intera popolazione. Non portare una produzione a Dallas (la grande “D”) serve solo a privare ulteriormente i diritti di coloro che vivono qui. Abbiamo bisogno di talenti/squadre/creativi per restare e votare, non per essere tagliati fuori dall’impossibilità di guadagnarci da vivere.
La risposta di Simon:
Avete frainteso completamente. La mia risposta NON è radicata in alcun dibattito sull’efficacia politica o sull’utilità di qualsiasi boicottaggio. La mia singolare responsabilità è quella di garantire e mantenere le libertà civili di tutti coloro che impieghiamo nel corso di una produzione… se anche una delle nostre dipendenti richiede il pieno controllo del proprio corpo e delle proprie scelte – e se una legge lo nega o criminalizza ulteriormente il nostro tentativo per aiutarla a esercitare quel controllo, dovremo filmare altrove.
Sul progetto di Simon non ci sono particolari dettagli, e ancora non ha ricevuto il via libera ufficiale dalla HBO.
In base alla recente normativa, in Texas sono vietati gli aborti dopo circa sei settimane dall’inizio della gravidanza, consentendo inoltre ai privati cittadini di denunciare chi pratica aborti e chiunque altro aiuti una donna a ottenere la procedura.
Fonte: THR
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