Maniac ha debuttato da poco su Netflix, riadattando una serie norvegese su un uomo affetto da disturbi mentali; tuttavia, il regista Cary Joji Fukunaga (True Detective) e lo sceneggiatore e romanziere Patrick Somerville (The Leftovers), creatori dello show, hanno preso solo il minimo indispensabile dall’originale, per realizzarne qualcosa di totalmente nuovo.

Nella loro versione, vediamo Jonah Hill ed Emma Stone in una New York distopica, che contiene una bizzarra tecnologia retro-futuristica e strane aziende, compresa una società farmaceutica che mira a rendere la psicoterapia obsoleta attraverso una procedura sperimentale che cura tutti i disturbi mentali.

Per realizzare Maniac, Fukunaga e Somerville hanno elaborato un approccio del tutto personale al difficile tema della malattia mentale. “Fin dall’inizio, eravamo determinati a non ambientare la serie in un ospedale psichiatrico [dove si svolge la serie originale norvegese, ndr]”, ha rivelato il regista. “Non volevamo fare della malattia mentale il bersaglio di uno scherzo. Al di là di questo progetto, ci sono cose che voglio fare per cercare di destigmatizzare la malattia mentale, affrontarla sul posto di lavoro e capire come creare una maggiore sensibilità attorno a essa.”

Somerville ha aggiunto: “Mia moglie è psicoterapeuta e mio padre era un neurologo. La mente è sempre stata una parte della mia vita in qualche modo, presenziando alle conferenze di mio padre quando avevo cinque anni, o osservando mia moglie e mio padre discutere di psicoterapia contro farmaci. Mia moglie è stata anche consulente per la serie. Penso che la mia vita personale abbia influito nel farci dire, ‘Sì, facciamo uno show che guardi a questo tema in un modo diverso’.”

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Fonte: Vulture

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