Mostro, la nuova serie antologica di Ryan Murphy e Ian Brennan, che ha debuttato su Netflix a settembre con il primo capitolo dedicato a Jeffrey Dahmer e che, nonostante alcuni attacchi da parte delle famiglie delle vittime e critica, si è dimostrato un grande successo di pubblico per la piattaforma americana, è stato rinnovato per 2 stagioni.

Sicuramente a Murphy e Brennan non mancheranno le fonti di ispirazione per raccontare le storie di altri famosi mostri americani ed in questo pezzo abbiamo provato ad immaginare di chi, i due autori, potrebbero decidere di mostrare le orribili gesta.

JOHN WAYNE GACY

John Wayne Gacy viene mostrato anche in Mostro – La storia di Jeffrey Dahmer, nato nel 1942 e giustiziato nello Stato dell’Illinois dopo essere stato condannato a morte per i suoi crimini, è diventato noto con il nome di Clown Killer perché era solito esibirsi negli ospedali per bambini ed in occasione di eventi di beneficienza vestendosi appunto da pagliaccio. A Gacy sono attribuite le uccisioni di almeno 33 vittime, tra giovani uomini e bambini che era riuscito ad attirare nella sua casa vicino Chicago.
Normalmente il serial killer riusciva a convincere le sue vittime ad indossare delle manette con la scusa di voler loro mostrare un trucco di magia prima di violentarle e strangolarle con una garrota per poi seppellirne i corpi nella sua proprietà.

Dopo essere stato condannato a 10 anni di prigione in Iowa nel 1968 per aver violentato un adolescente, venne rilasciato dopo aver scontato solo 18 mesi ed uccise la sua prima vittima 4 anni dopo. Nel 1978, l’indagine sulla scomparsa di un ragazzo di Des Plaines condusse infine al suo arresto ed alla condanna per l’uccisione di tutte e 33 le vittime i cui resti furono rinvenuti nella sua proprietà.

TED BUNDY

Theodore Robert Bundy è uno dei più noti serial killer americani, protagonista di moltissime trasposizioni cinematografiche e televisive della sua storia, stupratore seriale, necrofilo ed assassino, Bundy ha operato negli anni Settanta e le sue vittime erano giovani donne.

Nato nel 1946 e morto sulla sedia elettrica nel 1989 dopo essere stato condannato a morte, la conta delle sue vittime è di almeno 30 donne, una cifra che potrebbe tuttavia essere più alta e che non fu mai confermata da Bundy stesso, nel disperato tentativo di usare questa informazione come moneta di scambio per sospendere la propria condanna a morte in cambio di informazioni.

Cresciuto senza un padre e dalla nonna che gli era stato fatto credere essere sua madre, Bundy era forse figlio di uno stupro (da qui la ragione per cui la famiglia avrebbe mantenuto il segreto sulle sue origini) ed ebbe un’adolescenza difficile. Dopo la laurea presso l’Università di Washington e considerato un giovane di grandi speranze, la sua follia omicida iniziò a Seattle nel 1966.

Accusato di omicidio ed arrestato in Colorado nel 1975, Bundy riuscì a fuggire e compiere nuovi crimini, finché non fu definitivamente fermato nel 1978 in Florida, Stato in cui fu condanno a morte in seguito a due processi penali che furono trasmessi in TV, ottenendo grande successo di pubblico.
Bundy era un uomo giudicato dai più raffinato e colto e soprattutto capace di affascinare il pubblico come faceva con le sue vittime, che attraeva grazie ad alcuni stratagemmi guadagnandosi la loro fiducia grazie al proprio aspetto ad ai suoi modi, un talento che si estese al giudice Edward Cowart che, dopo la lettura della sua sentenza capitale, con alcune parole notoriamente criticate dalle famiglie delle sue vittime, disse:

Si prenda cura di sé stesso figliolo. Dico davvero, si prenda cura di sé. È una tragedia per questa corte vedere un tale totale spreco di umanità come si è visto in questo tribunale. Lei è un uomo giovane e brillante, avrebbe potuto essere un buon avvocato. Avrei voluto vederla in azione, ma lei si è presentato dalla parte sbagliata. Si prenda cura di sé. Non ho nessun malanimo contro di lei. Voglio solo che lo sappia. Si prenda cura di sé stesso“.

AILEEN WUORNOS

Nata nel 1956 dalla madre che si sposò alla tenere età di 14 anni e partorì a 16, Aileen Wuornos non conobbe mai il padre, che al momento della sua nascita stava scontando una condanna in prigione. A 14 anni fu violentata da un amico di famiglia e rimase incinta, quando il figlio venne dato in adozione, la nonna morì ed il nonno alcolista la cacciò di casa, la Wuornos cominciò a prostituirsi per mantenersi. La sua carriera criminale iniziò con piccoli furti e dopo aver incontrato in un bar una cameriera con cui iniziò una relazione, continuò a prostituirsi per mantenere entrambe.

Il suo primo omicidio risale al 1989, quando uccise un cliente per rubargli la macchina ed in tutto la Wuornos uccise 7 uomini, tutti clienti che lei asserì l’avessero violentata. Il suo arresto avvenne grazie all’analisi delle impronte digitali trovate su una telecamera di una delle sue vittime, che Aileen cedette ad un banco dei pegni. La Wuornos e la sua compagna furono fermate durate una festa di motociclisti e mentre la polizia la interrogava, cercando di farle confessare i crimini, la sua compagna la tradì aiutando le forze dell’ordine ad incastrarla.

Condannata in due separati processi alla pena capitale, Aileen Wuornos morì per iniezione letale in Florida nel 2002.

DENNIS RADER

Dennis Rader, nato nel 1945 in Kansas è ancora in vita e sta scontando nello stesso Stato la pena di 10 ergastoli consecutivi, che gli fu inflitta nel 2005. Noto con il nome di “BTK killer” (da bind, torture, kill cioè lega, tortura e uccidi) che si diede lui stesso, Rader ha ucciso 10 persone in circa 30 anni.

I suoi primi omicidi risalgono al 1974 quando assassinò tutti e 4 i membri della famiglia Otero introducendosi nella loro casa, compresi i bambini di 9 ed 11 anni. Rader è noto per il modo in cui riuscì a nascondersi in piena vista, mostrandosi al mondo come un devoto marito e padre di famiglia, nonché presidente della congregazione della Christ Lutheran Church di cui faceva parte, ma anche per la sua costante ricerca di attenzione.

Nel 1977 scrisse infatti una lettera ad una stazione televisiva locale chiedendo quante persone avrebbe dovuto ancora uccidere per avere l’attenzione della stampa nazionale.

Rader fu arrestato nel 2005 dopo ave rinviato un floppy disk alla polizia nel quale fu trovato un file che pensava di aver eliminato in maniera permanente nominato “Christ Lutheran Church” e creato da un utente di nome Dennis, informazioni che furono sufficienti per identificarlo ed arrestarlo.

ZODIAC KILLER

L’identità del serial killer, a cui sono state attribuite 5 vittime nella California del nord, tra gli anni Sessanta e Settanta, è ancora un mistero irrisolto.

Noto per l’apparente casualità con cui sceglieva le proprie vittime, la sua brutalità e per il modo in cui si prese gioco delle autorità, lo Zodiac Killer inviò diverse lettere e crittogrammi alla stampa, sfidando il pubblico a risolvere i suoi enigmi per catturarlo ed i giornali e la polizia a pubblicarli, pena nuove uccisioni.
Solo uno dei suoi messaggi cifrati inviati alla stampa fu decodificato da un professore di storia e da sua moglie e rivelò che che il killer uccideva convinto che dopo la sua morte sarebbe rinato nell’aldilà e tutte le sue vittime sarebbero diventate suoi schiavi.

Lo Zodiac Killer si attribuì l’uccisione di 37 persone, ma ufficialmente gli investigatori ne confermarono solo 7, un autista di taxi e tre coppie, di cui solo due persone rimasero gravemente ferite ma non morirono.

SAM LITTLE

Sam Little è noto come uno dei più prolifici serial killer nella storia degli Stati Uniti e confessò l’uccisone di 93 vittime in 19 diversi stati tra il 1970 ed il 2005. Nel 2019 l’FBI riuscì ufficialmente ad attribuirgli 50 dei delitti confessati. Tra le sue vittime giovani donne afroamericane, spesso emarginate, che picchiava e strangolava a morte.

Little fu arrestato per possesso di droga nel 2012 in un rifugio per senzatetto a Louisville, nel Kentucky ed estradato in California dove, a Los Angeles, fu condannato all’ergastolo per l’uccisione di 3 donne avvenuta alla fine degli anni Ottanta, delitti ai quali riuscirono a collegarlo grazie al DNA trovato sulla scena dei crimini.

Al momento della sua morte, avvenuta nel 2020 all’età di 80 anni, nella prigione di stato della contea di Los Angeles, l’FBI stava ancora alacremente lavorando per attribuirgli la morte di altre vittime.

JOSEPH JAMES DEANGELO

Joseph James DeAngelo, classe 1945, è un ex poliziotto e killer seriale noto con il soprannome di Golden State Killer, che uccise 13 vittime e commise almeno 50 stupri tra gli anni Settanta e metà degli anni Ottanta. Come nel caso del Green River Killer, DeAngelo fu arrestato solo nel 2018 grazie all’analisi del DNA.

La carriera criminale del Golden State Killer cominciò con piccoli furti e taccheggio, a causa del quale fu cacciato dal corpo di polizia, per arrivare poi allo stupro e all’omicidio. Le sue prime vittime sono state una coppia afroamericana e che DeAngelo raccontò di aver inseguito e ucciso a colpi di pistola, quando era ancora un poliziotto.

Il Golden State Killer era inoltre noto per l’abitudine di lasciare messaggi nella segreteria telefonica delle sue vittime e alle stazioni di polizia più vicine a cui abitavano, sfidando le forze dell’ordine a catturarlo.

Dopo il suo arresto, l’accusa annunciò l’intenzione di chiedere per lui la pena di morte, motivo per cui, per evitarla, DeAngelo accetto un patteggiamento confessando 13 omicidi e numerosi stupri e ricevendo una condanna a 12 ergastoli consecutivi senza libertà condizionale.

DAVID BERKOWITZ

Noto con il soprannome di Figlio di Sam (il serial killer è stato mostrato anche nella serie Mindhunter di Netflix) David Berkowitz fu protagonista di un’imponente caccia all’uomo nella città di New York tra il 1976 ed il 1977.

Berkowitz manifestò presto una propensione alla piromania e scrisse nel suo diario di aver appiccato almeno 1500 incendi in città a metà degli anni Settanta. Dopo l’uccisione delle prime vittime, tutte donne, iniziò una serie di agguati a mano armata durante i quali giustiziava, spesso sorprendendoli in momenti di intimità in macchina, giovani coppie.

Come Rader, Berkowitz cercò l’attenzione della stampa scrivendo loro lettere e firmandosi appunto con il nome di Figlio di Sam, cioè il nome del padre di John Carr, il vicino di casa di Berkowitz nonché proprietario di un labrador nero di nome Harvey che il killer asserì essere posseduto da un demone che gli ordinava chi uccidere.

Il Figlio di Sam – che è ancora in vita – fu arrestato nel 1977, confessò tutti suoi crimini e ricevette una condanna a 6 ergastoli. Sebbene le forze dell’ordine fossero convinte che avesse un complice e nonostante lui abbia sempre asserito di aver sempre agito da solo, la Polizia non riuscì mai ad individuarlo.

GARY RIDGWAY

Noto con il nome di Green River Killer, dopo l’arresto, Gary Ridgway asserì di aver ucciso 80 donne a Washington tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, ma si dichiarò colpevole di 48 uccisioni.

La sua follia omicida, rivolta principalmente contro prostitute, iniziò all’inizio degli anni Ottanta. La prima vittima che gli è stata attribuita fu tuttavia una bambina di soli 16 anni, il cui corpo fu appunto ritrovato nel Green River. Nei 2 anni che seguirono il Green River Killer violentò e strangolò 40 donne, con l’ultimo omicidio che gli fu attribuito che risale al 1998.

Pur essendo stato sospettato per alcuni dei crimini che aveva commesso ed essendo anche stato arrestato per adescamento e per aver tentato di soffocare una prostituta, Ridgway fu definitivamente fermato solo nel 2001, dopo che il suo caso venne riaperto grazie alla possibilità di analizzare alcuni reperti con il DNA, grazie al quale fu incastrato, portandolo ad accettare un patteggiamento per evitare la pena capitale, in seguito al quale subì una condanna a 48 ergastoli senza la possibilità di uscire sulla parola.

ED GEIN

Ed Gein, classe 1906 e morto di cancro nel 1984 nell’ospedale del Winsconsin dove era stato rinchiuso dopo essere stato giudicato incapace di sostenere un processo per i suoi crimini ed è stato l’ispirazione per film come Psycho, Il Silenzio degli Innocenti e Non aprite quella porta. Cresciuto in una fattoria con un padre alcolista e violento ed una madre molto severa e tradizionalista (per cui costruì un reliquiario dopo la sua morte), Gein era terrorizzato dalle donne e dal sesso.

Dopo che perse tutti i familiari nel giro di soli 5 anni e venne lasciato da solo a gestire la fattoria di famiglia, la polizia si recò nella sua proprietà in seguito ad una soffiata su una donna scomposta, di cui rinvennero il corpo assieme ad altre scioccanti ritrovamenti.

Gein, al quale fu diagnosticata una grave forma di schizofrenia, confessò infatti di aver usato i corpi di cadaveri dissotterrati dal locale cimitero e di persone da lui stesso assassinate per fare dei mobili ed a volte persino dei vestiti, con la convinzione che ciò lo avrebbe portato a far rivivere la madre.

Dopo il grande successo di Mostro – la storia di Jeffrey Dahmer Netflix ha rinnovato la serie di Ryan Murphy e Ian Brennan per altre 2 stagioni.

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