Netflix ha chiuso il 2023 con ben 260.28 milioni di abbonati in tutto il mondo, confermandosi la piattaforma streaming più grande del pianeta. Nel comunicare i dati dell’ultimo trimestre dell’anno, l’azienda di Los Gatos ha segnalato un incremento di ben 13.1 milioni di abbonati, la seconda crescita più alta della sua storia dopo quella del primo trimestre del 2020 (lo scoppio della pandemia). Le aspettative degli analisti erano di una crescita di 8.8 milioni di abbonati, al massimo 10.

La suddivisione degli abbonati:

  • USA e Canada: 80.13 milioni (+2.81 milioni)
  • Europa Medio Oriente e Africa: 88.1 milioni (+5.05 milioni)
  • America Latina: 46 milioni (+2.35 milioni)
  • Asia e Pacifico: 45.34 milioni (+2.91 milioni)

Crescono anche i ricavi (anche se un po’ meno del previsto), a 8.83 miliardi di dollari, con un incremento del 12% anno su anno.

Come conseguenza di questi dati, le azioni di Netflix sono cresciute del 7% nelle contrattazioni after-hours.

Coincidentalmente, nelle ultime ore Netflix ha fatto notizia per diversi motivi: intanto, ha siglato un accordo da mezzo miliardo di dollari per ottenere i diritti globali del WWE (un importante primo passo nell’offerta sportiva). Inoltre, ha ottenuto il maggior numero di nomination agli Oscar rispetto agli altri studios (18 candidature). Infine, ha perso Scott Stuber, capo di Netflix Film a livello globale.

Nell’ultimo trimestre dell’anno, Netflix ha distribuito 99 stagioni di serie originali nell’ultimo trimestre, in calo rispetto alle 145 del 2022.

Niente acquisizioni media nel 2024

Nella lettera agli azionisti, Netflix ha comunicato di aspettarsi un maggiore consolidamento a Hollywood quest’anno, soprattutto a causa del declino delle televisioni lineari. Ha però sottolineato di non essere interessata ad acquisire questi asset, e di non pensare che “ulteriori fusioni tra le tradizionali aziende di intrattenimento possano cambiare materialmente l’ambiente competitivo viste le fusioni che sono già avvenute nell’ultimo decennio (Viacom/CBS, AT&T/Time Warner, Disney/Fox, Time Warner/Discovery)”.

Ecco quindi che Netflix inizia a identificare i suoi più grandi competitor, e cioè le aziende tecnologiche in grado di investire pesantemente, come YouTube, Amazon, Apple, TikTok e Instagram: “Se continueremo a lavorare bene e migliorare – con un’offerta migliore, contenuti più facili da trovare e un fandom più ampio – facendoci nel contempo strada in nuove aree come l’advertising e i videogiochi, crediamo di avere molto più spazio per crescere”. Secondo Netflix, il giro d’affari potenziale tra abbonamenti, videogiochi e advertising, è di oltre 600 miliardi di dollari.

Presto verrà eliminato l’abbonamento base senza pubblicità

Netflix ha diversificato molto la strategia sui prezzi nel corso degli ultimi anni, introducendo piani meno costosi ma con la pubblicità. Insieme alla possibilità di “comprare” più utenti per un solo profilo, questa strategia è considerata uno dei principali motivi della forte crescita del trimestre. Il co-CEO Greg Peters ha spiegato che il 40% dei nuovi abbonati si è isciritto a un piano con pubblicità, con un incremento del 70% rispetto al trimestre precedente.

Ecco quindi che nel corso del 2024 Netflix dismetterà il piano Base senza pubblicità (che già non è più disponibile per i nuovi abbonati in molti territori), a partire da territori come il Canada e il Regno Unito e poi progressivamente nel resto del mondo. “Con il piano Base con pubblicità, i clienti hanno più vantaggi: più stream, una risoluzione maggiore e i download,” ha spiegato Peters.

La pubblicità non ha ancora un impatto sostanziale sui ricavi, ma non è questo su cui si sta concentrando Netflix, che intende far crescere questo business lentamente ma inesorabilmente. È anche per questo motivo che lo streamer ha scelto di non percorrere la strada di Prime Video, che invece introdurrà le pubblicità come “obbligatorie” sui piani in abbonamento attuali (i clienti dovranno pagare di più per non vedere la pubblicità): “Avendo una lunga storia senza pubblicità, abbiamo pensato che fosse meglio per i nostri abbonati essere attirati verso i piani con pubblicità, nel caso volessero approfittare dei benefici in essi contenuti”.

Fonte: Variety

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