Quando mancano pochi giorni al finale della prima delle cinque stagioni annunciate de Il Signore degli Anelli: gli Anelli, gli showrunner della serie Patrick McKay e J.D. Payne rompono il silenzio nel quale si erano calati nelle ultime settimane e parlano con l’Hollywood Reporter della seconda stagione, del villain Sauron e delle reazioni del pubblico a questi primi episodi dell’ambiziosissimo (e costosissimo) progetto di Amazon.

La location dell’intervista è la “sala di controllo” della serie, circondata da concept art della seconda stagione (in sviluppo fin dalla fine del 2020, quando le riprese della prima stagione sono state interrotte a causa del lockdown in Nuova Zelanda) in cui verranno introdotte “location molto iconiche, personaggi noti della Terra-di-Mezzo e una battaglia colossale lunga due episodi“.

Nell’articolo, l’Hollywood Reporter getta anche un po’ di luce sul lungo processo di trattative con cui la Tolkien Estate nel 2017 ha venduto i diritti per realizzare la serie tv. Il sito cita varie fonti spiegando che, all’epoca, la HBO si offrì di ri-raccontare la Terza Era (facendo un remake televisivo dei film di Peter Jackson), cosa che non interessava assolutamente agli eredi di Tolkien. Netflix fu l’azienda a offrire i famosi 250 milioni di dollari di cui poi si parlò nelle varie breaking news, proponendo di realizzare delle serie su personaggi come Gandalf e Aragorn, utilizzando un approccio Marvel Studios che “spaventò moltissimo la Tolkien Estate”. Amazon offrì poco meno, ma promise di stringere un rapporto con la fondazione dando alla Tolkien Estate un ruolo creativo per proteggere l’eredità di Tolkien.

Una volta siglato l’accordo, Amazon ha parlato con decine di sceneggiatori, produttori e registi, tra cui i Fratelli Russo che avrebbero proposto una serie sulla Terza Era tutta incentrata su Aragorn, mentre Anthony McCarten (La Teoria del Tutto) propose una serie molto più Shakespeariana. Sembra che sia stato J.J. Abrams a mettere una buona parola per Payne e McKay con Amazon, convincendoli a prestare attenzione al loro pitch, e il resto è storia.

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LA REAZIONE DEL PUBBLICO ALLA PRIMA STAGIONE

La reazione del pubblico non ha turbato particolarmente gli showrunner, che già avevano previsto che gli episodi sarebbero stati apprezzati sempre più, progressivamente, arrivando al finale (i primi episodi sono stati anche soggetti a review-bombing). Tutto quello di cui discutono i fan in questi giorni sui social, affermano i due, è stato discusso anche dal team creativo durante lo sviluppo. E ammettono che alcuni degli episodi della prima stagione mancano di quel senso di urgenza che i fan si aspettano da un adattamento di Tolkien. Spiega McKay:

Ci sono cose, nella prima stagione che non funzionano bene ma che avrebbero funzionato bene in una serie più piccola. Il tema è il bene e il male, il destino del mondo, altrimenti una scena non esprimerà quel tono epico che c’è in Tolkien.

Aggiunge Payne:

Nel Ritorno del Re c’è una scena in cui Sam vede una stella tra le nuvole. È un momento piccolo, personale, ma riflette il tema di tutta la trilogia.

E spiega che la loro ambizione è quella di realizzare una serie che venga ricordata per anni, diventando un classico:

Alcune cose vengono apprezzate dalla critica, vincono tantissimi premi e poi vengono dimenticate l’anno successivo. Poi ci sono cose che non ricevono subito l’affetto che meritano ma poi diventano un classico sessant’anni dopo. Penso che nel nostro caso sia necessario che si posi un po’ di polvere.

La seconda stagione, le cui riprese sono iniziate nel Regno Unito ai Bray Studios di Londra, sarà in questo senso “più grande e migliore su tutti i livelli”.

Tra le critiche più aspre ci sono state quelle legate all’inclusività nel casting. Payne trova la cosa particolarmente spiazzante:

Tolkien racconta di persone diverse che non si fidano l’una dell’altra e che hanno un aspetto diverso l’una dall’altra, che trovano un terreno comune con l’amicizia e il raggiungimento di grandi obiettivi. È lo spirito che abbiamo cercato di inserire in ogni singola virgola e punto della sceneggiatura. Il fatto che questa aspirazione offenda qualcuno e provochi tanta rabbia… È difficile da capire. Cosa stanno proteggendo? Non capisco come chi dice queste cose possa pensare di combattere per una giusta causa. Nel settimo episodio Galadriel spiega che anche se si combatte per qualcosa che si pensa sia buono, se si fa qualcosa di peggiore in quella lotta si diventa cattivi.

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SAURON

Nell’articolo si spiega come Sauron sarà finalmente uno dei principali focus della seconda stagione. Ovviamente il Signore Oscuro non sarà rappresentato come un “occhio” come nei film di Jackson, perché la versione della Seconda Era di Sauron è quella di un personaggio ambiguo, pronto a corrompere chi incontra. Spiega McKay:

Eravamo tentati di incentrare la prima stagione tutta su Sauron. Ma volevamo che quel livello di malvagità e complessità del male emergesse da un mondo che il pubblico aveva già imparato ad amare, in modo che la minaccia fosse ancora più grande. Volevamo che il pubblico si innamorasse nuovamente della Terra-di-Mezzo. Volevamo che conoscesse i personaggi prima che li mettessimo alla prova come mai prima d’ora.

[…] Il fatto che il pubblico sospetti che Sauron sia questo o quel personaggio li spinge a capire che in questa serie l’Ombra investirà tutti quanti, rendendoli sospettosi.

QUANDO USCIRÀ LA SECONDA STAGIONE?

Nell’intervista i due showrunner ammettono che, superate le difficoltà della pandemia, sarà più veloce realizzare i nuovi episodi. Tuttavia McKay sottolinea come si aspettino di lavorare alla seconda stagione “per un paio d’anni”: insomma, è impossibile che la serie torni prima del 2024.

Trovate tutte le informazioni su Gli Anelli del Potere nella nostra scheda.

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