L’arrivo di The Mandalorian nel 2019 ha portato con sé un’enorme svolta nel panorama delle serie tv: la serie ha rappresentato un grande passo in avanti per le produzioni hollywoodiane in quanto ha introdotto l’utilizzo un set interamente digitale che ha permesso di ottimizzare l’utilizzo delle riprese in location e l’integrazioni degli effetti visivi. Gli schermi StageCraft sono stati utilizzati per le prime due stagioni dello show e anche per la nuova serie The Book of Boba Fett. Tra le prime due stagioni di The Mandalorian però, il “volume” ha ottenuto un aggiornamento. Durante il podcast FatMan Beyond di Kevin Smith, il direttore della fotografia di The Book of Boba Fett e di The Mandalorian, David Klein, ha svelato alcune delle migliorie apportate allo StageCraft e i problemi che si sono verificati nella prima stagione di The Mandalorian.

Il Volume è un ambiente ricoperto di LED sulle pareti e sul soffitto. È largo circa 18 metri, è lungo circa 30 metri, e ora è un ovale. Per la prima stagione era rotondo e il problema era che bisognava registrare di nuovo tutti i dialoghi, poiché in un edificio rotondo c’è un’eco tremenda. Così per la seconda stagione lo abbiamo trasformato in un ovale e se ci si posiziona in un certo punto e se si è al centro, l’eco è pazzesca. Ma in tutto il resto dello studio ora riusciamo a registrare i suoni dal vivo senza problemi. È un ovale, ci sono schermi a LED, soffitto a LED, e inoltre ci sono molte regole da seguire. Non si possono girare scene che sembrino in esterni di giorno se serve della luce solare diretta, è impossibile. Può sembrare grande uno spazio di 18 x 30 metri, ma in realtà ci si rende contro molto in fretta delle sue dimensioni ridotte… Quindi se vedete qualcosa in pieno deserto con la luce diretta del sole, significa che siamo all’esterno.

Klein ha poi spiegato che non vengono realizzati storyboard bensì viene fatto un lavoro di pre-produzione in VR:

Oh no, no, non ci sono storyboard, c’è pre-visualizzazione completa, un animatic completo di ogni episodio (prima di girarlo). Questo è, devo dire, il modo in cui funziona il Volume, devi sapere cosa stai facendo in anticipo perché devi conoscere lo sfondo. Abbiamo illuminato questi sfondi in VR. Ho passato così tanto tempo negli occhialini VR a illuminare gli sfondi… Si tratta di un processo di tipo quattro mesi da quando iniziamo ad illuminare gli sfondi VR a quando possiamo effettivamente guardarli sulle pareti. È una cosa importante”.

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Fonte: ComicBook.com

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