Il viaggio di Tom Hiddleston con Loki è cominciato, naturalmente, prima dell’effettivo arrivo nei cinema del primo Thor nel 2011.

Ha avuto inizio nell’aprile del 2009 quando venne ufficialmente ingaggiato per entrare a far parte del Marvel Cinematic Universe in vista delle riprese del cinecomic diretto da Kenneth Branagh.

Ed è proprio dei 15 anni trascorsi insieme a Loki che Tom Hiddleston ha discusso in un’intervista rilasciata a Vanity Fair.

L’ingaggio

Ricordando il periodo in cui venne ufficialmente assunto dai Marvel Studios per vestire i panni del Dio dell’inganno, la star dice:

Mi hanno scelto nell’aprile del 2009 e ho avuto circa otto mesi per costruire il personaggio da zero. Ho effettuato un approfondimento su tutto ciò che riguardava Loki, da qualsiasi fumetto, qualsiasi mito norreno, qualsiasi saga, letteralmente di tutto: dall’intera serie di fumetti Marvel alle antiche storie scandinave, a come appare nel ciclo dell’Anello di Wagner per arrivare a come Jim Carrey indossa la maschera di Loki in The Mask. Volevo cercare di comprendere quale fosse il senso, quale fosse l’impatto di Loki sull’immaginazione e sulla cultura umana per poi sintetizzare tutto quello che avevo elaborato nella storia che stavamo raccontando. È stato un periodo così delizioso di scoperte e curiosità.

Come Tom Hiddleston ha mantenuto interessante il personaggio negli anni

Il Loki di Tom Hiddleston viene considerato praticamente all’unanimità come uno dei personaggi del Marvel Cinematic Universe meglio interpretati e meglio costruiti dal punto di vista dell’arco narrativo.

L’attore illustra come si sia approcciato alle varie iterazioni di Loki cercando di mantenerlo sempre fresco e nuovo per il pubblico:

Nelle successive iterazioni, il mio approccio è stato sempre all’insegna del “come posso renderlo interessante?”. Ho sempre detto sinceramente questa cosa sia a me stesso che alle altre persone del team Marvel: “Non dobbiamo riscaldare al microonde la cena di ieri. Dobbiamo preparare qualcosa di nuovo”. Si tratta di cercare nuovi ingredienti o nuove sfide per il personaggio, per noi come attori, in modo che dia l’impressione che si tratti davvero di una persona che sta crescendo. Perché è quello che fanno gli esseri umani. Non rimangono uguali, crescono. A volte regrediscono, ma c’è sempre movimento.

L’ultima frase di Loki nel finale della seconda stagione

Infine, circa l’addio (?) a Loki nella puntata finale della seconda stagione spiega:

Per quanto riguarda quell’ultima battuta: una delle idee che continuavo a cercare di mantenere come guida per le scelte creative del nostro team (ricordiamo che Tom Hiddleston ha lavorato anche come produttore di Loki, ndr.) era che l’intera serie, entrambe le stagioni, riguardavano davvero il trovare uno scopo, o quantomeno il riscoprire, ridefinire il senso di scopo per Loki. Penso che un bisogno primordiale di tutti noi sia proprio il bisogno che le nostre vite significhino qualcosa. E mi ritrovavo sempre a riflettere su questa frase de Gli Avengers “Sono Loki di Asgard e sono ricolmo di gloriosi propositi”. E continuavamo a pensare “Beh, se Loki avesse una seconda chance, avrebbe la possibilità di ridefinire il suo scopo o immaginarlo in modo differente”.

E aggiunge:

Sono uscito a fare una corsa e, nel mentre, stavo ascoltando alcune colonne sonore di film, era una giornata bellissima. Stavo pensando al viaggio nei panni di questo personaggio, da dove è iniziato, e a tutte le persone con cui ho avuto la grande fortuna di lavorare e diventare amico – quella relazione completamente unica di condivisione dell’anima che hai quando si crea qualcosa insieme. E così mi sono ricordato della fine del primo film di Thor, di quanto fosse emozionante quella sensazione. All’improvviso ho pensato: “È questo che dovrebbe dire, ma dovrebbe avere un significato completamente differente”. L’ultima frase di Loki in Thor, diretto da Kenneth Branagh, è “Ci sarei riuscito, Padre. Ci sarei riuscito! Per te, per tutti noi”. Ovviamente il suo sforzo per guadagnarsi l’orgoglio del padre era fuorviante e mal ponderato. E poi alla fine della seconda stagione di Loki, 14 anni dopo, si rivolge a Mobius e Sylvie e dice “So cosa voglio, so che tipo di dio devo essere. Per te. Per tutti noi”. Ha avuto un grande impatto in qualche modo. Spero che il pubblico abbia colto tutto questo.

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FONTE: Vanity Fair

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