La serie Maradona – Sogno benedetto debutterà il 29 ottobre 2021 in esclusiva su Amazon Prime Video in più di 240 Paesi. Nel 2019, in occasione di una set visit a Barcellona, abbiamo avuto la possibilità di incontrare l’autore della serie, Alejandro Aimetta, ma anche vari attori del cast. Vi proporremo nei prossimi giorni le interviste che abbiamo realizzato, e iniziamo oggi con i nostri incontri proprio con lo showrunner di Maradona – Sogno benedetto Alejandro Aimetta e con il regista dell’unità spagnola Roberto Gual.

Alejandro Aimetta è la figura di riferimento quando si parla della genesi di Maradona – Sogno benedetto: produttore, showrunner e infine anche regista della serie, ha partecipato a tutte le tappe del progetto. Come sappiamo, la serie mostrerà più attori interpretare lo stesso personaggio in diverse fasi della sua vita, primo fra tutti lo stesso Maradona. E la narrazione non sarà lineare ma salterà da un periodo all’altro della vita del calciatore. Lo showrunner ha spiegato i motivi dietro questa scelta:

Generalmente in queste storie ciò che importa, più che la cronologia dei fatti, è come sono stati vissuti dal personaggio. Allora l’ordine scelto è piuttosto emozionale, che è lo stesso modo in cui Diego si è rivolto a noi nelle varie interviste per raccontarci come ha vissuto la sua storia.

Parlare di Maradona non significa parlare solo di calcio, ma anche di società, costume, politica. Ecco come si trova un equilibrio tra tutti questi elementi:

È stata una sfida veramente particolare. Anche perché la vita di Diego non ha marcato solo la storia dell’Argentina, ma anche l’Argentina stessa ha segnato Diego. E in generale tutti i luoghi in cui si svolge la storia (noi abbiamo girato in più di cinque paesi). Di conseguenza in ognuno dei capitoli noi abbiamo scelto di raccontare la storia di uno dei personaggi, che incrocia per un secondo la vita di Diego, e in quel momento ne vengono cambiati tutti e due. Possono essere persone legate alla dittatura, soldati della guerra contro l’Inghilterra, ma anche una casalinga, perché Diego tocca tutti questi universi.

Il lavoro di casting per scegliere in particolare i tre attori per Maradona è durato un anno, nel quale lo stesso Aimetta è stato coinvolto. Ognuno dei tre attori, più che per l’aspetto fisico, è stato scelto per le sensazioni che riusciva ad ispirare e per il modo diverso di rappresentare il Maradona che lo riguardava, dalla giovinezza fino alla fine dell’esperienza sportiva.

La serie presenterà, come è logico, vari momenti di calcio giocato basati sulla straordinaria carriera di Maradona. Come sono state girate queste scene, e come si trova un equilibrio tra realismo e creatività?

In questa serie abbiamo mescolato del materiale di repertorio con segmenti ricreati in 3D ai quali è stato aggiunto l’attore e il suo doppio. Abbiamo girato quattro volte ogni scena di gioco e poi abbiamo fatto un mix di tutto. Abbiamo chiesto solo agli attori di giocare e di competere tra di loro.

Lo showrunner ha quindi spiegato perché voleva raccontare la storia di Maradona:

Ci sono state poche persone che sono state così esposte, al di là dei pettegolezzi e del fatto che lui abbia delle origini particolari. A parte questo ci troviamo davanti a una persona che ha superato più ostacoli di chiunque altro, influenzando la vita di milioni di persone, anche nello spettacolo. Ed è ammirevole il modo in cui ha affrontato tutto questo.

Roberto Gual, regista dell’unità spagnola della serie tv, ha parlato ancora delle scene di gioco e della sfida di girare scene di calcio che sembrassero veritiere.

Abbiamo innanzitutto il nostro attore, Nazareno, che gioca benissimo. L’unica cosa è che ha dovuto imparare a giocare con la sinistra. Prima abbiamo l’immagine con lui, poi quella con un doppio, e poi utilizziamo immagini reali, d’archivio. Quindi nelle partite in cui gioca Diego vediamo lui veramente.

La serie è ambientata in location diverse, logicamente molto cambiate nel tempo. Una sfida è stata quindi quella di lavorare sulle ambientazioni per renderle d’epoca. Il regista ha aggiunto anche che tanti impianti non sono oggi quelli degli anni ’80 e quindi si è dovuto intervenire, anche tramite un lavoro di effettistica, per aggiungere o togliere particolari sia negli stadi che nelle città (Barcellona in questo caso).

Tutte le notizie sulla serie sono nella nostra scheda.

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