Quando il 23 gennaio partirà Star Trek: Picard su Amazon Prime Video saremo in un mondo molto diverso da quello di The Next Generation e dei suoi protagonisti. Patrick Stewart sarà un Picard cambiato e del resto sarà anche circondato da personaggi nuovi. Le serie o i film di Star Trek sono soliti aggiungere personaggi nuovi ad ogni iterazione, qui però la famiglia di Star Trek in un certo senso viene ricreata per raccontare una storia diversa dal solito.

Creare una nuova famiglia significa fare il casting di nuovi attori che interpreteranno nuovi personaggi. La pratica è normale se non fosse che in un franchise come Star Trek niente è normale. Troppa la personalità della serie, troppo esigente la fanbase, troppo coerente quell’universo narrativo per poter procedere con audacia o anche solo senza un’accurata pianificazione.

A Lucca Comics & Games alcuni membri di questa famiglia hanno accompagnato Stewart (Santiago Cabrera, Michelle Hurd e Evan Evagora) e li abbiamo potuti intervistare prima di incontrare Patrick Stewart.

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Come funziona quando si viene presi da Star Trek? È una procedura lunga?

SANTIAGO CABRERA: “Credo sia andata diversamente per ognuno di noi. Quando sono stato contattato io non c’era nemmeno una sceneggiatura, mi hanno solo detto che quei produttori avrebbero fatto una serie nuova su Star Trek e che ci sarebbe stato Patrick Stewart. Fatta. Ero già a bordo”

MICHELLE HURD: “Io sono stata presa con un semplice e banale provino in video. Star Trek mi ricorda la mia infanzia, vengo da una famiglia multirazziale e il primo bacio interraziale per noi fu una cosa grossa. Ero piccola ma anche per quella ragione mi fu subito chiaro che in quelle puntate in realtà non si parlava sul serio di laser sparati ma della condizione umana. Abbiamo uno sceneggiatore pazzesco su questa serie che come i grandi artisti è influenzato da tutto ciò che accade intorno a lui e sa metterlo nella sceneggiatura. Il bello è che non ci troverete scritto “Trump fa schifo” ma sono i fatti a riflettere ciò che accade. Che poi è quello che mi ha fatto subito accettare”

EVAN EVAGORA: “Io ho fatto un provino quando stavo girando su un set nelle isole Fiji. Era tutto super segreto, mi hanno dato due scene da imparare su una sceneggiatura con tutti nomi in codice, avevo 12 ore per imparare le battute, recitarle e poi ritornare alle Fiji. Pensavo di essere andato malissimo, salgo sull’aereo per tornare alle Fiji, e quando atterro e riaccendo il cellulare leggo che mi vogliono sentire di nuovo. Per quel secondo provino ho sentito produttori e regista perché subito volevano darmi delle note da seguire. L’ho fatto, sono andato a dormire e il giorno dopo mi hanno scritto che mi avevano preso. Ero in un film con il capitano Picard”.

Vi viene chiesto di vedere le serie classiche? Vi danno tipo una lista degli episodi importanti?

SC: “C’era una lista e credo fosse la stessa per tutti, anche per costumisti, scenografi ecc. ecc. Sono quelli che spiegano meglio il tono e che servono come backstory. Più che altro puntate di The Next Generation ma verso la fine anche qualcosa di Deep Space Nine. Uno che ho amato davvero è quello in cui Data viene processato e Picard lo difende. È tutto centrato sul fatto se essere un androide faccia di lui un essere con meno diritti degli altri. Siamo tutti uguali o no? L’ho amato”.

MH: “Niente lista di episodi per me. Provino e basta. Considera che in ogni storia ogni personaggio conosce il proprio mondo, non deve per forza conoscere quello degli altri. Quindi per recitare il mio personaggio non mi serve di aver visto la serie ma solo di conoscere la mia esperienza con i singoli personaggi con cui interagirò. Anzi è meglio che io non sappia cosa è successo in precedenza, perché quando avremo la scena insieme io lo scoprirò in quel momento come il personaggio”.

EE: “So che a me hanno dato in più degli episodi specifici da guardare, quelli con i Romulani, perché servono per il mio personaggio. Ma alla fine mi sono guardato tutto”.

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Patrick Stewart vi ha dato suggerimenti su come funzionano le cose in Star Trek? Come ci si comporta o come ci si muove?

MH: “Lui è davvero rispettoso dei fan e se stiamo girando qualcosa che non gli suona giusto ferma tutto. Dice: “Per il rispetto dei fan dobbiamo cambiare, riscrivere e trovare una maniera migliore di dire certe cose” quindi sì, così facendo ci indirizzava molto”.

SC: “…e conosce Picard talmente bene che sa benissimo come direbbe qualcosa o come si comporterebbe. Ad esempio Picard è un uomo di poche parole e ad un certo punto aveva una battuta molto lunga. Non gli suonava proprio, non la voleva dire e così alla fine è stata cambiata”

Siete pronti ad avere a che fare con la fanbase di Star Trek?

EE: “So che può accadere di tutto ma mi rendo anche conto che non ci si può preparare ad un’eventuale ondata d’odio. Lo scopriremo solo il 24 gennaio se i nostri personaggi sono stati accettati”

SC: “Abbiamo però il vantaggio di non sfruttare qualcosa di già fatto, sono tutti personaggi nuovi. Non abbiamo a che fare con la sacralità del mito”

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