C’è qualcosa di enorme, inafferrabile, anche pretenzioso, ma incredibilmente coerente e profondo in questa seconda stagione di The Leftovers. International Assassin prende questa mitologia senza regole, questo flusso di coscienza narrativo, questa destrutturazione delle normali storie e la porta ad un livello superiore, ancora più etereo, ancora più simbolico e misterioso. Troppo elevato e insostenibile per un tempo superiore al singolo episodio, ma per un’ora siamo con Kevin, dentro la mente di Kevin – che probabilmente non è nemmeno soltanto la sua – a vivere e morire al tempo stesso. Senza punti di riferimento, in un mondo che ha regole che nessuno ci spiegherà mai, così come nessuno ci aiuterà mai a capire a che gioco stiamo giocando. Tutto ciò è spiazzante, eccessivo rispetto a quella grandiosità del quotidiano che veniva affrontata negli episodi precedenti, ma è anche affascinante e sorprendente.

C’è molto da notare, da capire e da apprezzare, ma questo episodio...