Un po’ The Strangers e un po’ The Purge, al suo terzo episodio stagionale American Horror Story: Cult continua a bazzicare dalle parti del thriller politicamente impegnato, o che almeno vorrebbe essere tale. Non funziona del tutto, ma nei suoi momenti migliori riesce a piazzare qualche idea più sottile, e quindi meno urlata, rispetto alle prime due puntate. Tutto ruota intorno alle conseguenze del cliffhanger dello scorso episodio, con Ally che sparava e uccideva una persona avvicinatasi a casa sua. Dal punto di vista narrativo l’incidente viene archiviato come “legittima difesa” e non ci sarà alcuno strascico da quel punto di vista; lo stesso senso di colpa e la necessità di Ally di venire a patti con il proprio gesto passeranno largamente in secondo piano.

Allora il gesto ha valore per ciò che scatena rispetto alle tematiche della stagione, ed è qui che il discorso si fa più sottile. In un mondo di macrocategorie, Ally e la sua compagna fanno parte di una certa tipo...