Ci voleva un autore dalla personalità forte come Masaaki Yuasa per non lasciarsi schiacciare dal peso che il nome di Devilman porta con sé. In effetti, al termine della visione dei dieci episodi di Devilman Crybaby, trasposizione su Netflix del capolavoro di Go Nagai, un vero e proprio pilastro del fumetto di ogni tempo, la sensazione è quella di trovarsi prima di tutto di fronte ad un lavoro personale. Nel bene e nel male, l’animatore di perle come Kaiba o Tatami Galaxy è riuscito a imprimere il proprio sguardo su una storia vecchia di quarant’anni, iconica quanto leggendaria. Lo ha fatto appoggiandosi su un’ambientazione più legata alla contemporaneità, senza rinnegare gli elementi classici della storia e decisamente senza risparmiarsi sul versante del sesso e della violenza.
Il nucleo centrale della vicenda rimane lo stesso. Il misterioso Ryo Asuka rivela al suo amico d’infanzia Akira Fudo il più terribile dei segreti: l’esistenza dei demoni. Per combat...
La recensione della serie anime di Netflix che racconta ancora una volta il mito di Devilman
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