Mentre Hell on Wheels raggiunge la metà esatta del percorso che dovrà percorrere in questa prima – speriamo non unica – stagione, ecco che i protagonisti continuano a crescere di spessore, all’ombra della lenta, ma inesorabile, costruzione del cavallo d’acciaio. Nella prima puntata questa immane costruzione dell’uomo ci è stata descritta come un mezzo per unire l’est e l’ovest del paese dopo le contrapposizioni tra nord e sud ma, nel prologo e nell’epilogo alla puntata, è un’altra la considerazione che emerge: quella dal punto di vista degli indiani, degli abitanti originari di quelle terre squarciate dalla ferrovia, che presto vedranno strapparsi la loro stessa identità, al contrario dei protagonisti della serie che invece lottano per k’autoaffermazione. Purtroppo, per un motivo o per un altro, queste due sequenze che aprono e chiudono la puntata non riescono ad essere incisive come vorrebbero: un indiano compie sotto gli occhi di altri ...