Premesso che Homeland non ha mai dato eccessivi punti di riferimento ai suoi spettatori circa la direzione che avrebbe intrapreso, premesso che riprendere le fila della storia dopo lo sconvolgimento del season finale dell’ultima stagione necessita di un periodo di assestamento, premesso il mantenimento di quel nucleo tematico e narrativo che passando di protagonista in protagonista rimane, anche ora, sempre intatto, cos’è che non funziona in questo inizio di terza stagione? “Uh… Oh… Ah…”, secondo episodio di quest’anno, oltre a candidarsi come puntata con il titolo più strano di sempre, riprende e conferma le perplessità suscitate da Tin Man is down: dispersivo, per certi versi ripetitivo e statico, non è da bocciare interamente ma è al di sotto degli standard fissati dalla stessa serie.

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Nonostante sia evidente il tentativo di creare un parallelo tra la sofferenza di Dana e quella di Claire, le due facce concrete dello sconvolgimento cau...