La sostituzione Brody per Dana, come era prevedibile, è stata molto efficace, e in questo ideale secondo tempo della partita della sua terza stagione, Homeland ha iniziato a rimontare, a mostrare gli attributi, a farci ricordare perché la prima e la seconda stagione ci erano piaciute tanto. È un discorso che va avanti almeno da due puntate, e che qui, in Good Night (and Good Luck, ci sarebbe quasi da aggiungere) trova un nuovo tassello da aggiungere alla ripresa dello show. Imboccato ancora in pieno il sentiero dello spionaggio puro, questo non è più stato abbandonato. Prosegue quindi ed entra nella sua fase più delicata il tentativo di attuazione del piano di Saul.

Dai sotterfugi delle scorse settimane alla veloce riabilitazione della scorsa puntata, si arriva infine alla gestione sul campo della missione di Brody: una missione che entra nella sua fase più critica, che sposta il baricentro della narrazione direttamente in Medio Oriente, precisamente in Iran, e che poggia sull’az...