Quanto è difficile essere Homeland? Quanto è difficile essere una serie che, partita come semplice remake di uno show israeliano, è riuscita ad imporsi come la rivelazione dello scorso anno, tanto da giungere al completo trionfo all’ultima edizione degli Emmy Awards? E, soprattutto, quanto è difficile con un’eredità di questo tipo riuscire a superarsi nella seconda stagione? Ebbene, Homeland ce l’ha fatta.

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Coraggio, intelligenza è un po’ di follia: sono queste le caratteristiche che accomunano Carrie Mathison (Claire Danes) e gli autori dello show, questi ultimi in grado di ribaltare efficacemente in poche puntate, e per più di una volta, lo schema stesso alla base della serie. Sarebbe stato facile, dopo il successo dello scorso anno, proseguire anche in questa stagione nella scia del gioco delle parti tra Nicholas Brody (Damian Lewis), il marine ritrovato dopo otto anni di prigionia in Iraq, in realtà ormai votato alla causa terroristica, e Carrie Mathison, a...