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Accompagnato dall’ingombrante tagline di “House of Cards francese” (il creatore Dan Franck la definì così), il deludente Marseille trova il suo maggior motivo d’interesse nell’essere la prima, grande produzione non statunitense di Netflix. La piattaforma streaming, che replicherà l’esperimento tra pochi mesi in Italia con Suburra, differenzia i linguaggi, ma limita almeno in questo caso la sperimentazione visiva e narrativa. Mettendo da parte paragoni azzardati che sarebbero disonesti per qualunque altro prodotto, semplicemente Marseille non riesce a imporsi al di là dei soliti canali narrativi percorsi con stanchezza e poca incisività. Strutture, personaggi, motivazioni che lo spettatore anche meno smaliziato può ricondurre a modelli ben noti, raccontati in modo insipido, forse figli di un’inesperienza comune a molti Paesi europei nel raccontare un certo tipo di storie sul piccolo schermo.
Il sindaco di Marsiglia Robert Taro (Gerard Depardieu<...
Descritta come l'House of Cards francese, Marseille, la serie distribuita da Netflix con Gerard Depardieu, non riesce a convincere
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