Che dentro Shantaram ci siano grandi ambizioni produttive è fuori di ogni dubbio. Non manca una fotografia curata, ambienti costosi, che possono essere ripresi con panoramiche, comparse, costumi, una colonna sonora coinvolgente che accompagna immagini piene di dettagli e illuminate con uno stile cinematografico. Quello che manca è tutto il resto: la capacità di raccontare bene una storia pazzesca, la sintesi necessaria per mantenere un ritmo accattivante e l’organizzazione razionale degli elementi. 

Così Shantaram, più che per il pubblico, sembra fatta per realizzare un sogno a lungo inseguito: trasporre il libro autobiografico di Gregory David Roberts in forma audiovisiva. Come se bastasse realizzarlo, e non importasse come.

Ci aveva provato Johnny Depp con la Warner Bros acquisendone i diritti una ventina di anni fa. Non se ne fece niente, nonostante il coinvolgimento di Peter Weir. Troppi costi e troppe persone coinvolte con idee troppo diverse. Le solite divergenze creative....