Sky Rojo (prima stagione): la recensione

Dopo il successo globale ottenuto con La casa di carta, Netflix ha puntato sulla carta Alex Pina – uno che evidentemente sa come piacere al grande pubblico – per nuovi show. Sky Rojo è uno di questi ma, nome dell’ideatore a parte, non ha poi molto in comune con la serie sulla rapina alla zecca di Spagna. Forte dell’appellativo “pulp” autoattribuitosi, Sky Rojo guarda come modello all’exploitation al femminile, quello low budget delle donne in fuga – e successivamente all’attacco – in un ambiente maschilista. È una visione agile e superficiale, che azzecca il trio di protagoniste, ma non va poi molto più in profondità di così.

La storia racconta di tre prostitute, Coral, Wendy e Gina, che dopo un gesto di violenza e ribellione fuggono dal proprietario del locale dove lavoravano. Una vita di stenti e privazioni, nata d...