Il lato positivo nel raccontare ancora una volta la storia di Sleepy Hollow è l’aiuto che giunge nella rappresentazione e nella narrazione dalle molte versioni precedenti. Lo spettatore, che abbia letto il racconto originale di Irving, o che conosca l’adattamento contenuto nel classico Disney Le Avventure di Ichabod e Mr. Toad oppure che abbia visto solo la versione di Tim Burton, familiarizza automaticamente con l’orrorifica vicenda del cavaliere senza testa. Quello negativo, che in qualche modo rappresenta l’inevitabile altra faccia della medaglia, è il rischio di saturazione, di ripetizione di schemi visti e rivisti: in poche parole, di noia. L’atteso adattamento realizzato dalla Fox, che con il suo pilot ha fatto registrare numeri davvero importanti, compie l’unico, apparentemente inevitabile, step che le consenta di affrontare la vicenda da una prospettiva diversa e familiare al tempo stesso: ambienta la storia ai giorni nostri.
Ichabod Crane
Il pilot di Sleepy Hollow se da un lato non è memorabile riesce comunque ad intrattenere bene e a presentare la propria mitologia
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