“Whatever happens to my people, it happens because we choose for it. We decide our fate, not you, not the Romans, not even the gods”

Lo sentite questo rumore? È il suono di centinaia di cuori che battono, sanguinano e si spezzano all’unisono fino a formare una melodia di morte sul campo di battaglia. E, in mezzo al fragore delle spade, come un secondo miracolo operato dal portatore della pioggia, nessuno di loro si perde nel suono degli altri ma ad ognuno viene concesso il suo momento da solista nell’attimo del congedo dalla vita e dalla Storia che quasi duemila anni fa ne ha decretato la triste fine. Dalla polvere dell’arena a quella del campo di battaglia, al crocevia tra mito, destino, libera scelta e necessità storica, esplode in un finale intenso come pochi l’epilogo dell’epopea del trace che riuscì a far tremare un gigante.

Spartacus_War_Of_The_Damned_54608

Spartacus ci lascia con un urlo e una parola che sembra morirgli sulle labbra: Victory. Arrivati a questo punto, al...