Stateless: la recensione

Stateless è una serie di denuncia, di quelle che incrociano l’incredibile con l’inaccettabile. È basata su più spunti reali – soprattutto uno – che si sovrappongono per raccontare un affresco comune. E tutte queste vicende servono come veicolo per raccontare la feroce routine di un centro di detenzione per immigrati in Australia. Ma ancora, nemmeno questo basta ad esaurire la vicenda, che per affinità richiama senza dubbio contesti drammatici simili sparsi in tutto il mondo. In un modo o nell’altro, per lo spettatore di questa miniserie australiana in sei episodi distribuita ora da Netflix sarà facile adattarne il carico umano ed emotivo a fatti geograficamente più vicini.

Ci sono, come detto, varie storie che si incrociano qui. Spicca quella di Sofie Werner (Yvonne Strahovski), donna australiana con problemi mentali, rinchiusa per errore e inefficenza nella struttura e tenuta lì per mesi. La sua storia corre parallela a quella di almeno altri...