Attenzione: l'articolo contiene spoiler
La televisione contemporanea, o comunque tutto ciò che ruota intorno al concetto di serialità, ci ha abituato a linguaggi particolari, ad un certa medietà in ciò che possiamo attenderci dalle serie tv. Da questo punto di vista The Mist trova un senso tutto particolare, e abbastanza inconsapevole, nel costringere lo spettatore ad attardarsi su considerazioni che ormai dà per scontate. Anche e sopratutto nel finale di stagione – chissà se di serie, ma in ogni caso la nostra copertura terminerà qui – la serie di Spike Tv si pone come un’esperienza “alternativa”, esempio di una televisione fuori dal tempo, sganciata da ogni logica nota o ignota.
Cosa può dire lo spettatore abituato a contestare le scorciatoie narrative di Game of Thrones o a trovare il pelo nell’uovo in Twin Peaks di fronte a The Mist? Meglio sarebbe arrestarsi alla soglia di qualunque considerazione, e lasciarsi abbracciare e stordire dalla nebbia, come i protagonisti della serie ancora faranno nel season fina...
Inconcludente e di cattivo gusto in alcune rivelazioni, questo è il finale dell'altrettanto deludente The Mist, tratto dall'opera di Stephen King
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