Il cambio in corsa della opening di The Newsroom sembra essere il manifesto d’intenti di una serie che, al suo secondo, forse ultimo, anno, decide di riflettere su se stessa, di limare i propri difetti, di cercare, se non proprio di perfezionarsi, almeno di migliorarsi. E quando, a causa del poco spazio a disposizione, non sia possibile analizzare con precisione le varie storyline raccontate, fare un elenco attento e preciso di cosa funzioni in uno show e di cosa invece sia da migliorare, ma si debba necessariamente concentrare le riflessioni su un’intera stagione, e su una serie, in un unico appunto, forse la cosa migliore da fare è affidarsi ad una sola immagine. Al suo secondo anno la serie di Aaron Sorkin, dopo la generale delusione dello scorso anno, dovuta soprattutto alle enormi attese per il connubio tra la HBO e lo sceneggiatore premio Oscar, riflette su se stessa e prova a lanciarsi nella realizzazione di qualcosa di migliore. Il risultato non è eccellente, ma not...