In occasione dell’uscita della seconda parte della prima stagione di Lupin, disponibile su Netflix dall’11 giugno, abbiamo recentemente elencato i più grandi d’arte furti della storia: abbiamo volutamente lasciato fuori il rocambolesco colpo all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston del 1990 per dare spazio alla recensione della miniserie di Netflix Un colpo fatto ad arte, uscita ad aprile di quest’anno che, in 4 episodi, cerca di dare un senso a questa incredibile vicenda.

La serie racconta la storia di un mistero insoluto da ben 31 anni e di una vicenda che tra trascuratezza, inesperienza, scarsi sistemi di sicurezza e un successivo discutibile approccio investigativo da parte di Polizia e FBI ha condotto, nella notte della festa di San Patrizio del 1990, al furto di 13 opere d’arte tra cui tele di Rembrandt, Vermeer e Flinck per un valore complessivo di oltre 500 milioni di dollari che, a tutt’oggi, non sono mai state ritrovate.

La docuserie, diretta da Colin Barnicle, è un racconto appassionante e ricco di contenuti che, con un ritmo serrato e grazie al coinvolgimento dei molti protagonisti del passato di questa storia, non ha tanto la pretesa di risolvere un caso che dà ormai l’impressione di essere destinato a rimanere un mistero, ma tenta piuttosto di fare chiarezza in questa vicenda, raccontando i fatti attraverso le dichiarazioni di testimoni dell’epoca e cercando di dare un senso alle mille teorie che negli anni sono state fatte su questo colpo. Da ben trent’anni infatti giornali, appassionati del crimine e di arte e anche semplici curiosi speculano su cosa sia davvero accaduto in quella notte del 1990 in una vicenda che coinvolge ladri più o meno esperti (per lo più finiti in prigione o ormai deceduti), noti mercanti d’arte, magnati arabi e persino terroristi dell’IRA.

L’unico fatto assodato sembra essere che questo caso non sia mai stato preso troppo seriamente, nemmeno dall’FBI, responsabile al tempo delle indagini, che le affidò a un novellino di soli 26 anni con scarse, se non nulle, conoscenze nel mondo dell’arte e della ricettazione.

Tra le molte testimonianze prese in considerazione in Un colpo fatto ad arte, spicca in particolare quella di Myles Connor, un ex ladro d’arte locale che durante il furto stava però scontando una pena di 15 anni in una prigione del Rhode Island per aver rubato alcuni oggetti d’antiquariato, ma che durante le indagini emerse come la possibile mente del colpo, cosa che Connor stesso ha sempre negato, asserendo che, se davvero avesse avuto a che fare con il furto al Gardner, non si sarebbe mai lasciato alle spalle il Ratto d’Europa di Tiziano, rimasto appeso a una parete del terzo piano del prestigioso museo.

Un colpo fatto ad arte è una serie ben scritta e ben narrata che sottolinea quanto sconcertante sia il silenzio che circonda questo incredibile furto, facendo di questo accattivante documentario una piacevole e stimolante visione, che cerca di approfondire i fatti e scavare tra i molti indizi che caratterizzano questa vicenda.

La 2^ parte di Lupin è disponibile su Netflix da venerdì 11 giugno.

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