Se il season finale dello scorso anno di Vikings aveva in parte deluso le attese di quanti si aspettavano una conclusione col botto, limitandosi a inserire alcuni spunti da sviluppare l’anno seguente, The Lord’s Prayer segue una strada diversa. La consueta scrittura di Michael Hirst, che nell’occasione si appoggia al regista veterano della serie Ken Girotti, lavora più sulle azioni che sui dialoghi, più sugli esiti che sulle premesse. Risultato è un finale ricco di azione, di eventi, di situazioni limite che trovano il loro culmine di sangue, che non disinnesca le attese costruite nelle ultime settimane, ma lavora sullo slancio di queste, a volte senza un’oculata gestione dei tempi narrativi – questa rimane la mancanza peggiore dello show – ma garantendo senza dubbio uno spettacolo all’altezza e la capacità di concludere alcune parentesi rimaste aperte.

Sul regno di Ragnar Lothbrok si estende l’ombra sinistra e cospiratrice di Re Horik, ultima minacc...