Di recente Jeff Bewkes, l’ex amministratore delegato della HBO e di Time Warner, ha raccontato come il successo di Blockbuster sia stato fondamentale nella decisione della HBO di investire sulla programmazione originale, qualcosa che ha in un certo senso riportato alla memoria la battaglia tra il gigante del noleggio e Netflix, perduta rovinosamente dal primo.

LA BREVE STORIA (TRISTE) DELLA GUERRA BLOCKBUSTER E NETFLIX

Blockbuster è stata per vent’anni l’azienda leader nel mercato del noleggio di videocassette e DVD, fondata nel 1985, aprì nel tempo 9 mila negozi in tutti gli Stati Uniti serviti da più di 87 mila dipendenti e fallì nel 2010, in buona parte, per non aver saputo riconoscere in Netflix un competitor in grado di distruggere il loro modello di business.

La storia racconta che Reed Hastings, il fondatore di Netflix, decise di creare una sua azienda dopo che, riconsegnando a Blockbuster il DVD di Apollo 13 in ritardo di qualche giorno, si ritrovò accreditati 40 dollari di penale. Ai tempi, infatti, ben il 12% del fatturato di Blockbuster era costituito dal pagamento delle penali da parte dei clienti che riconsegnavano in ritardo i video noleggiati in negozio.
Quando Netflix nacque era un’azienda molto diversa dal gigante dello streaming che conosciamo oggi: dietro pagamento di un abbonamento mensile permetteva infatti di ricevere a casa il DVD scelto, fino ad un massimo di tre, prima di doverli rispedire al mittente per poterne noleggiare altri, il tutto senza pagamenti di penali.
Nel 2000 Blockbuster ebbe notoriamente la possibilità di acquistare Netflix per 50 milioni di dollari, ma rifiutò e qualche anno dopo chiuse definitivamente i battenti.

HBO, BLOCKBUSTER E NETFLIX

Originariamente la HBO, acronimo di Home Box Office, incentrava il suo modello di business sull’idea di portare i film rilasciati al cinema sul piccolo schermo. Fondata nel 1972, dietro il pagamento di un abbonamento mensile, la HBO permetteva ai suoi sottoscrittori di vedere i film comodamente dal proprio salotto e senza interruzioni pubblicitarie. Sebbene alte realtà, come Showtime, Encore e Starz tentarono la scalata al settore, la HBO continuò ad esserne il leader aumentando, fino agli anni Ottanta, il numero dei sottoscrittori a cui venivano inoltre offerti prodotti come speciali comici, concerti ed incontri di box dal vivo.

Quando Blockbuster arrivò sul mercato a metà degli anni Ottanta, diede ai consumatori un’alternativa rispetto al servizio offerto dalla HBO, permettendo alle persone non solo di guardare sul proprio divano un film senza interruzioni pubblicitarie, ma anche di sceglierlo a piacimento tra i molti presenti nei numerosissimi negozi della catena. Ai tempi, uno degli slogan di Blockbuster era che tutti gli abitanti degli Stati Uniti abitavano a meno di dieci minuti da un loro punto vendita, Alaska compresa.
Riconoscendo come fruttuoso il mercato del noleggio, gli Studios cominciarono ad offrire a Blockbuster accordi in esclusiva concedendogli i propri prodotti ben 6 mesi prima che uscissero sulla HBO, il che minò, comprensibilmente, l’offerta del canale.

Come raccontato da Jeff Bewkes in occasione di un’intervista con la CNBC per la presentazione di un documentario sulla storia della HBO ed a differenza di quanto i responsabili di Blockbuster fecero poi con l’avvento di Netflix, i dirigenti del canale si resero conto della minaccia costituita dall’impero del noleggio e Michael Fuchs ebbe l’idea di porvi rimedio investendo nella produzione di programmi originali.

I primi ad essere prodotti furono due commedie Dream On e The Larry Sanders Show che debuttarono rispettivamente nel 1990 e nel 1992. La creazione di questi due show, come riportato da Bewkes, a capo della HBO dal 1995 al 2002, anno in cui passò poi a Time Warner, ebbe però l’effetto collaterale di prosciugare il budget dell’Azienda costringendoli a mandare in onda repliche dei pochi contenuti a loro disposizione “fino alla nausea“. Il successo delle due commedie fu tuttavia anche l’inizio dell’era dorata della HBO, che aprì la strada alla produzione di serie come Sex and The City, Oz e The Sopranos che debuttarono alla fine degli anni Novanta.

Il problema per la HBO restava però anche quello della programmazione ballerina: a differenza della TV generalista, infatti, a causa del fatto che la lunghezza dei film mandati in onda dal canale variava da prodotto a prodotto, non era sempre possibile mandare in onda i propri contenuti originali ad un orario prefissato e per di più le varie serie TV non avevano nemmeno un traino che facesse migrare il pubblico da un prodotto particolarmente seguito ed amato ad uno ancora non particolarmente conosciuto.
La soluzione del problema fu quella di creare una piattaforma, che debuttò nel 2001 e che permettesse ai sottoscrittori di accedere ai contenuti originali quando volevano, qualcosa che il loro competitor Blockbuster ovviamente non poteva dare.

Bewkes ha concluso dicendo che, se l’idea di lanciarsi nella produzione di contenuti originali creando una propria piattaforma non avesse avuto successo, la HBO non sarebbe quella che è oggi:

Grazie a Dio quegli show ebbero successo, se non fosse stato così, non so cosa diavolo sarebbe accaduto!

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