Variety ha organizzato una reunion speciale tra Ellen Pompeo e Katherine Heigl, occasione in cui le due attrici di Grey’s Anatomy hanno avuto l’opportunità di rivangare il passato, parlare della loro uscita dalla serie, quella della Heigl particolarmente burrascosa e quella della Pompeo non ancora definitiva e di ciò che le aspetta nel futuro.

IL VIALE DEI RICORDI

Dopo aver condiviso per 6 anni lo stesso set (Katherine Heigl ha lasciato Grey’s Anatomy durante la 6^ stagione, nel 2010) era inevitabile che le due attrici, che dichiarano di rispettarsi a vicenda ed essere amiche, percorressero insieme un metaforico viale dei ricordi, a cominciare dalla loro relazione con lo show che ha dato ad entrambe la fama.

Mentre infatti Katherine Heigl ha ammesso di guardare ogni episodio dello show quando andava in onda, Ellen Pompeo ha sempre cercato di evitarlo, non solo perché spesso e volentieri era impegnata sul set, ma anche per una sorta di disagio, lo stesso che ammette di provare ora che sta riguardando alcune puntate con la figlia adolescente, che l’ha pregata di permetterle di vedere la serie dopo averle detto che tutte le sue compagne di classe l’avevano già guardata.

Al ricordo di alcune particolari storyline, anche Katherine Heigl si è detta imbarazzata all’idea di condividere alcuni momenti dello show con i figli, facendo riferimento in particolare al periodo, nella 5^ stagione, in cui Izzie, che non sapeva di avere un tumore al cervello, era convinta di vedere il fantasma del suo ex Danny, interpretato da Jeffrey Dean Morgan, tanto da indulgere in una scena di sesso con lui, che in realtà era un’allucinazione dovuta alla sua malattia.
Sempre parlando di Danny, tragicamente morto in seguito ai problemi cardiaci per cui era stato ricoverato nell’ospedale dove Izzie lavorava, la Heigl ha anche ricordato come il suo stile di recitazione sia cambiato da allora e come, proprio in occasione della morte di Danny, per rendere giustizia al copione ed alla scena, aveva ripensato alla morte del fratello, avvenuta quando lei aveva solo 7 anni e dopo una settimana trascorsa in ospedale, cercando di ritirare fuori quelle emozioni e quel dolore, una cosa che – ha anche ammesso – probabilmente non rifarebbe oggi, anche se la Pompeo ribatte che proprio decisioni come quella ed il loro coinvolgimento con i personaggi che hanno interpretato è da considerarsi vera arte ed è il modo migliore per ottenere una buona performance, cosa che ha contribuito a rendere Grey’s Anatomy una serie indiscutibilmente iconica.

In quanto ad Ellen Pompeo, l’attrice ha raccontato di essere stata sorpresa dalla scoperta che tra gli adolescenti ci siano ragazze che vengono definite “ragazze sceglimi” (in riferimento alla famigerata frase “Prendi me, scegli me, ama me” che Meredith dice a Derek), soprattutto in considerazione del fatto che aveva cercato in tutti modi di evitare di pronunciarla, ritenendo sbagliato andare in televisione a supplicare un uomo, per scoprire poi – con una certa dose di ironia – che proprio quella battuta era diventata il marchio di Grey’s Anatomy tra i fan.

Nella loro intervista/colloquio Katherine Heigl ha anche ricordato come la serie avesse rischiato di non andare affatto in onda e la Pompeo ha ironizzato sulla decisione di non fare il nome del dirigente che stava per impedire a Shonda Rhimes di diventare quella che conosciamo oggi. (Noi non saremo altrettanto magnanimi e vi diremo che l’attrice faceva probabilmente riferimento al Presidente della ABC Entertainment del tempo, Stephen McPherson, che non aveva mai fatto mistero di non aver amato lo show). Così la première di Grey’s Anatomy andò in onda una domenica, era il 27 marzo del 2005, dopo Desperate Housewives (la serie di punta della ABC al tempo), ed il giorno dopo sul set – da quanto riferisce invece la Pompeo – c’era una grande eccitazione, perché i rating dell’episodio erano ottimi (lo guardarono più di 16 milioni di persone), e l’attrice ancora ringrazia il cielo che non ci fossero i social media, perché la reazione del pubblico avrebbe probabilmente fatto perdere loro la testa, più di quanto non l’avessero già persa senza un vero contatto con l’esterno.

Non si poteva inoltre non parlare di come la serie abbia sfondato mille barriere, soprattutto per le donne, portando in TV argomenti che una volta sarebbero stati dei veri e propri tabù, come la trama della gravidanza ectopica di Cristina (cioè quella condizione in cui l’impianto dell’ovulo fecondato avviene in sedi diverse dalla cavità uterina) o più recentemente la denuncia di quanto sta accadendo in molti Stati del paese, in cui le donne hanno perso il diritto all’aborto, fino a toccare argomenti anche più delicati e complessi, come le nuove e controverse ricerche sull’Alzheimer.

Ovviamente c’è stato spazio anche per ricordi divertenti ed in alcune circostanze forse un po’ raccapriccianti, come le notti insonni passate sul set a ridere (innervosendo a volte la troupe che voleva solo portare a casa la giornata) o le interiora di animali su cui lavoravano nelle scene in sala operatoria nelle prime stagioni, che dopo ore sotto le intense luci dei set emanavano un odore terribile, al quale tuttavia, per la 2^ stagione, si erano ormai abituati tutti.

IL DOPO GREY’S ANATOMY

Ellen Pompeo ha accennato al fatto che, a partire da settembre del 2023, inizierà a girare la miniserie di Hulu, il cui titolo provvisorio è The Orphan, il suo primo ruolo post Meredith Grey in 18 anni di carriera ed ha anticipato che, se le sarà possibile, farà anche qualche apparizione nella 20^ stagione di Grey’s Anatomy per dare un seguito alla storyline degli studi di Meredith sull’Alzheimer.
L’attrice ha anche spiegato che dire addio al personaggio non è stato difficile (un’affermazione molto simile a quella fatta da Grant Gustin dopo 9 sole stagioni di The Flash, una goccia nell’oceano paragonata alle quasi 19 della Pompeo), che era arrivato il momento, non fosse altro per impedire a Meredith di continuare a prendere decisioni sbagliate ed esprimendo così una certa frustrazione per la relazione del suo personaggio con Nick Marsh, interpretato da Scott Speedman, ed il fatto che dopo tutti questi anni il medico non riuscisse ancora a far funzionare una storia d’amore e che non avesse quindi avuto l’evoluzione dal punto di vista sentimentale che avrebbe invece voluto vedere.

In quanto a Katherine Heigl, l’attrice ha parlato della sua esperienza sul set di Firefly Lane, la prima in assoluto con un servizio streaming come Netflix, con il quale si è trovata molto bene a collaborare ed ha finito inevitabilmente per parlare della cattiva reputazione che si è guadagnata uscendo da Grey’s Anatomy, attribuendola in parte al fatto che, nel 2009, si era lamentata delle troppe ore trascorse sul set, che le impedivano di avere la vita familiare che avrebbe voluto e del suo vano tentativo di chiedere di poter lavorare meno ore al giorno, una richiesta che Ellen Pompeo definisce coraggiosa ed in un certo senso precorritrice dei tempi (la stessa Pompeo ha chiesto ed ottenuto di diminuire il suo carico di lavoro almeno tre stagioni fa).

In quanto all’ormai famosa decisione di non presentare la propria candidatura agli Emmy, Katherine Heigl aveva già avuto modo di spiegare che, nel 2008 (l’anno dopo aver vinto il premio come attrice non protagonista), dato che potevano essere gli attori stessi a sottoporre la propria candidatura (gli Studios normalmente presentano quella delle proprie star), non essendo contenta delle sue performance e non riuscendo a trovare qualcosa di cui si sentisse veramente fiera, aveva semplicemente scelto di non presentare alcuna candidatura, cosa che fu immediatamente notata ed in seguito alla quale lasciò quell’infelice dichiarazione, dicendo che non pensava le fosse stato dato il materiale adatto per poter aspirare al premio quell’anno.

Nella sua testa la Heigl, secondo quanto da lei riportato, non intendeva insultare gli autori o tantomeno Shonda Rhimes e voleva semplicemente sottolineare che con 12 personaggi importanti sul set e proprio dopo la sua recente vittoria, non pensava che fosse nuovamente il suo anno, ma la reazione alla sua risposta fu molto forte, tanto che chiamò subito la Rhimes per scusarsi e tra quello e le sue rimostranze sul set, ormai le era stato cucito addosso un abito che non le apparteneva e che, sempre secondo l’attrice, ha dovuto indossare per anni prima di potersene liberare o, quanto meno, di non farsi più influenzare da quello che la gente pensava di lei.

La 19^ stagione di Grey’s Anatomy è disponibile in Italia su Disney+ e la 20^ tornerà in onda sulla ABC, negli Stati Uniti, a data da destinarsi causa sciopero degli sceneggiatori.

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